L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







domenica 23 maggio 2010

Drammaterapia: Brutto Anatroccolo o Cigno? Questione di punti di vista...

@ Nero

“Secondo me, illustri colleghi, graditi ospiti, il Cigno Appiccica rappresenta l’insieme dei rapporti umani, che volontariamente e non, lega le persone e le costringe a percorrere le stesse strade, a vivere situazioni conflittuali, mentre la bacchetta magica potrebbe rappresentare l’autocoscienza, che scioglie tutti e li fa vivere in maniera più libera, nel senso lato del termine… E l’amore poi, quello trionfa sempre. Perché è il sogno, l’ancora di salvezza di una principessa triste e un re infelice, rappresentanti di quelle persone che posseggono tutto e non hanno niente, come tante persone ricche e di successo che si massacrano alla ricerca di qualcosa che forse non troveranno mai…”
Questo avrei detto nel mio intervento, all’immaginario seminario sulle fiabe ma…
Avvertivo una correlazione tra ciò che stavamo facendo e ciò che era già stato fatto; ho avvertito una analogia con il passato nel C.D.I.O.T., la recitazione che prendeva il sopravvento sull’attore, l’attore che si presta al personaggio e il personaggio che sfugge all’attore infischiandosene del canovaccio e fa tutt’altro.
Quante volte nella vita le cose non vanno come vorremmo, e noi ce ne lamentiamo, senza accorgerci che forse sono andate meglio, ma vanno lette in maniera diversa.
Come un ruminante ho ripreso a masticare qualcosa che era già dentro, che mi ha portato a capire -forse non ancora ad accettare- che solo approcciando il mondo che ci circonda con mente aperta e disponibile, riusciamo a vivere con serenità e gioia ogni cosa.
Abbiamo giocato con la fiaba, abbiamo cercato di darle un significato e una morale, ci siamo apprestati a fingerci professori, docenti, luminari della nostra visione della cosa… Insomma, ci hanno assegnato un compito e abbiamo cercato di farlo al meglio.
Tutto si è trasformato in un gioco, spiazzandoci, divertendoci, sciogliendo in noi “l’ansia da prestazione” del doverlo portare a termine “presto e bene”.
Eppure le nostre idee sono rimaste le stesse, i nostri pensieri e l’interpretazione del racconto rappresentato, sono rimasti gli stessi, il racconto…ce lo siamo raccontatoooo!!
Non sia mai detto che il sottoscritto predica una vita senza mete o obiettivi.. Figuriamoci…
Penso soltanto che i grossi pesi che ci opprimono sono spesso proiezioni e paure e la realtà è veramente un’altra. Basta volerla vedere.

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