L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







lunedì 10 maggio 2010

Drammaterapia: questa stravolgente voglia di vivere...


@ Faber

L'improvvisazione è stata spettacolare come idea, come interpretazione, come esecuzione... Autentica nel suo insieme come autentica è la sensazione che ricevo dal mio dare improvvisato della "rapina", come ricevo dai famosi giardini, insieme al suo senso di ilarità inevitabile da accogliere e di profondità del vivere il dolore interpretato di Nero. "Spezzato" dalla sua compagna, stanca di viverlo e impegnata a rendergli un nuovo senso e stimolo ad andare avanti, a concretizzare quell'andare oltre cosi tanto richiesto, ma cosi profondamente "non visto". La voglia di ricostruire un rapporto sull'orlo di un "profondo" precipizio e la disperazione a trovare un abbraccio in richiesta di un affetto troppe volte negato, ma alla fine riconquistato grazie a un abbraccio. Un grande abbraccio, che salva loro, ma ha salvato anche noi e la nostra fantasia di una relazione quasi da fiction o cinematografica, dove tutti noi ci siamo sentiti un po spettatori e amanti del genere, me compreso -malgrado io non ami molto scene troppo sdolcinate che cadono sul banale.
Che dire stiamo diventando degli "attori nati"?
Quello che dice director sugli attori nella vita, penso che sia un qualcosa che accade tutti i giorni e il recitare sia un fattore relazionale e sociolee intrinseco nell'uomo sin dall'alba dei tempi. Credo che il problema nasca quando iniziamo a recitare anche con noi stessi e celiamo i nostri problemi in una profonda incoerenza nel nostro essere che ci scinde in un effimero sdoppiamento come Attore e Pubblico. Questo ci trasforma negativamente in un teatro virtuale, dove il nostro agire è lontano dal nostro volere e pensare. Ci dimentichiamo troppo spesso della nostra integrità dove invece dobbiamo scegliere.
Mareliz, a te dedico questa bella frase, come la dedico anche a me stesso e a chi si possa ritrovare in quel che scrivo. "Meglio essere Protagonisti della propria Tragedia che Spettatori della proprio vita" (Oscar Wilde).
Riprendiamoci la nostra vita, riprendiamo le redini di questo cavallo impazzito che scalpita e scalcia, che si impenna facendoci avvolte sentire veramente cosi impotenti da trovarci troppe volte scaraventati per terra. Ma accidenti quanto è difficile.... Lo so.
Grazie ragazzi di tutto, grazie director, non vedo l'ora di crescere anche se le mie frustrazioni a volte mi frenano troppo, come troppe ... mentali, come troppe volte in gergo "mi flasho mostri assurdi".
Rivedermi è stato spettacolare e sto cercando di andare oltre, accettando l'esistenza di sbavature, delle mie stampelle, quel volerle migliorare che a volte il narcisismo non ti fa lasciare.
Voglio "Vedere" invece e voglio vedere questo Atelier come Miglioramento, Perfezionamento, Crescita di me e di tutte voi come persone vincenti, come individui che sanno il fatto loro=perche sanno molto di loro. Chi ci impedisce di trasformare la nostra sensibilità e di usarla in maniera piu attiva di come la usiamo e di renderla piu "cattiva" e tagliente, meno colpevole e quindi accogliente?
Questa... continua scoperta. Grazie!


@ NeroGrande Faber, concordo pienamente con il tuo pensiero e, a parte le tue personali sensazioni, riconosco in particolare l'incapacità dell'umano di vedere ciò che è sotto i suoi occhi, che gli altri vedono, tranne lui stesso. E la recita comincia, in tenera età, per supplire a carenze e difficoltà, e fondamentalmente per superare la mancanza di Amore, quello vero, quello che un genitore dovrebbe avere per il proprio figlio, non considerato prolungamento o appendice della propria esistenza, ma visto come il dono più importante e straordinario della propria vita.

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