L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







mercoledì 12 maggio 2010

Drammaterapia: "...tutto questo fa anche un pò paura..."


@ Azzurra

Non so nemmeno da dove partire. Ogni gesto, ogni parola mi hanno colpito nel profondo. E’ così inconsueto condividere le emozioni più pure, spogliarsi della vergogna, esporre il proprio lato più fragile, che mi sembra davvero di aver trovato un tesoro: un gruppo di persone che praticamente non conosco, ma che sento vicine come difficilmente sento altre che pure vedo tutti i giorni, magari da anni.
E anche questo lavoro in comune…il blog, uno spazio tutto nostro, che ci permette di continuare il confronto e ci dona gli uni agli altri. E’ un piccolo miracolo che si ripete ogni giorno. Io lo apro e mi auguro di leggere qualche vostro scritto, e quando ciò accade mi sento parte di qualcosa.

Domenica sono successe molte cose, mi sono emozionata, ho pianto immedesimandomi in Mareliz. Magari non c’è alcuna affinità fra il suo e il mio vissuto, ma io ho riconosciuto quella frase…non si merita niente…l’ho pensata di figure importanti della mia vita, prima fra tutte mio padre, persone che ho colpevolizzato (ingiustamente) della mia “inabilità” a muovermi con destrezza negli affari della vita. Ed ecco che arrivano le frasi del director che mi ricordano che siamo noi gli unici responsabili della nostra storia, che abbiamo il potere e il dovere di gestirla e di cambiarla, che il male che ci è arrivato è stato casuale e può, anzi deve, essere perdonato e superato. Meraviglioso e disarmante, da piangere per la pena, pena per questa umanissima svista di vivere chiedendo sempre il permesso.

Negli incontri come quelli di domenica, si raggiunge un’intimità pazzesca, quasi spaventosa. In ogni momento c’è una mano che ti accarezza, un volto che ti sorride, addirittura un abbraccio, gratuito, spontaneo, meravigliosamente disarmante. Non vi nego, cari miei, che tutto questo mi ha fatto anche un po’ paura. Paura di non saper ricambiare come meritate, di non fare bene la mia parte in questo impegno che abbiamo tutti gli uni nei confronti degli altri. Ma confido molto nel director, che oltre a farci lavorare con le emozioni forti, non dimentica mai la leggerezza. E infatti, fortuna quella danza finale! Quel giocare col vento e lasciarsi trasportare come una piuma. Percepire l’elasticità e l’infinità plasmabilità dello spazio, e all’interno di quello la propria unicità, incorruttibile, affidabile e solida. Come è giusto che sia. Grazie a tutti, di cuore!

1 commento:

  1. Cara azzurra, dolcissimamente vera e "strabuzzata" di fronte al fiume di emozioni che ti investe ad ogni incontro; hai visto giusto. Siamo un gruppo diverso dai soliti "amici", quelli con cui condividi l'esteriorità della vita, e con cui stai bene -bene?- per un po', e, a volte, nemmeno poi tanto.
    Qui ci giochiamo l'anima, donando e prendendo senza chiedere permesso, e soprattutto senza stare lì a pensare e decidere il come, il quando, il perchè, ecc...
    Il mio motto è: "Piatto ricco mi ci ficco" e più ricco di così, di sicuro, non potrebbe essere.
    Nero.

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