L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







giovedì 27 maggio 2010

Drammaterapia & le Macchine da Applauso. Sottotitolo: Viva l'Ansia!


 Azzurra

Sono trasportata dall'onda del cambiamento, che mi sballotta, mi irretisce, mi affascina e mi spaventa. Il mio solito tema...la paura...Questo cambiamento tanto desiderato mi trova, come sempre, impaurita di non saperlo affrontare adeguatamente. Ma se guardo bene, se mi connetto con la mia essenza, colgo che forse non è esattamente paura quella che mi invade...è emozione! Il director mi ha dato un grande aiuto a capire la differenza tra paura ed emozione e la mia è pura emozione! Colgo la reale cifra di quel che provo anche guardando ai fatti: la paura atterrisce, immobilizza, io invece mi sento vitale più che mai!

Le esperienze che sto vivendo mi stanno trasmettendo un messaggio potentissimo, che percepisco intimamente e il messaggio è che, qualunque strada intraprenda è sempre e soltanto una delle tante possibilità, non l'unica.
E lo stesso messaggio l'ho raccolto nel nostro ultimo incontro: ci sono stati affidati dei ruoli, assegnati dei compiti da svolgere, e con serio intento ci siamo messi al lavoro. Ma lentamente la fantasia, l'imprevisto, il mistero si sono insinuati nella nostra ragione, ci hanno obbligati a stravolgere le regole.
Abbiamo dovuto essere degli improbabili astanti dormienti e russanti, dei cafoni urlatori dissenzienti, delle macchine da applauso che seguivano delle regole folli.
E siamo stati i personaggi di una favola dominata dalla magia, e con una morale meravigliosa: è nell'insospettabile, nell'inconcepibile, nel ridicolo, addirittura nel folle...che risiede la gioia, la liberazione delle energie dell'amore per se stessi e per il prossimo.
Un abbraccio a tutti voi e a presto.
@ director

Non scrivo quasi mai in calce ai vostri interventi e, in generale, io stesso intervengo strategicamente senza abbondare e per un semplice motivo. Il conduttore di un gruppo ha l'importante responsabilità di gestire dinamiche gruppali ed individuali all'interno di una situazione di "affidamento"  che gli conferisce un "potere"che va oltre il suo know-how e le sue competenze, un prestigio che va amministrato, piuttosto che usato, gestito, anzichè esasperato. E la creatività di un gruppo non può essere diretta, ma solo sollecitata. Diceva Erickson a proposito dell'aiuto del genitore al figlio, del terapeuta al paziente e del...conduttore al gruppo (aggiungo io): l'aiuto deve poter essere presente e disponibile e dato solo nella misura in cui chi lo riceve, lo ha richiesto. E' questa condizione di disponibilità ed accoglienza a favorire la crescita di un rapporto, come la scoperta di un'abilità...
Ma ora intervengo...perchè Azzurra ha detto alcune cose che hanno un preciso significato rispetto alla dinamica che desideriamo far crescere: quella sollecitazione delle risorse che si sviluppa tra incredulità, stupore ed infine meraviglia, con il condimento della paura, dell'ansia che a quella è correlata, dell'emozione. E, guarda caso, il post di Azzurra viene poprio dopo quello di Blue, che del coraggio e dell'emozione della crescita ha discusso brevemente, ma con tanto entusiasmo e credibilità (conosciamo che dice sempre il vero!).
Ecco perchè il sottotitolo provocatorio di questo post ...ed ecco perchè queste foto assolutamente assurde, che descrivono, schematizzandolo, il percorso dell'ansia, mentre Azzurra ci parla dell'emozione di un'anima. L'effetto è volutamente paradossale! Quello che gli altri descrivono di noi, non è esattamente quello che noi sperimentiamo. Perfino quello che raccontiamo ad un terapeuta non è quello che ci sta capitando esattamente. Ciò che salva è la relazione tra le persone, che nell'aspetto dell'empatia, fa lo sconto alla pedissequa esigenza del "controllo", della "conoscenza", della "verità".
"Macchine da Applauso", verso noi stessi , come verso gli altri. Accidenti, Azzura, come stai anticipando alla grande quanto di Cortazar ho intenzione di esplorare con voi, nel viaggio del "possesso" della vita e della vita che ci "possiede" (badate nessuna delle due posizioni è univocamente "giusta")!
Alla prossima, perchè i sortilegi (vedi la favola) non abbiano sempre bisogno dell'altro (ma della consapevolezza dell'esserci, con l'altro) per evaporare con le nostre paure.

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