L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







lunedì 17 maggio 2010

Drammaterapia: l'Inganno della Libertà (parte seconda)

Atelier LiberaMente, Modulo Danza-Movimento, Aprile 2010
@ director

Abbiamo detto che l'autocoscienza, questa consapevolezza dell'esserci (ma il distinguo sarebbe ancora più complesso), è l'elemento che nella nostra esistenza ci rende fragili. Ma analizzando bene, noi siamo "fragili", "forti", "coraggiosi", "prudenti", come qualsiasi altro animale su questo pianeta, perchè "parentesi vitali" in un discorso dove i "puntini" prima e quelli "dopo" appartengono ad un universo fisico che "se ne sbatte di noi" -scusate l'espressione-, come l'amico, la compagna, il professore, il datore di lavoro, il venditore e l'acquirente, ecc. ecc. Proprio in tutti questi rapporti invece vorremmo dimostrare che  il senso che noi diamo alle cose, trascende le stesse ed esiste di per sè. Etica, Filosofia, Religione, Fede e Scinenza confortano l'uomo in questa dinamica, anche se abbiamo inscritto in noi il "peccato originale" dell'essere pensanti, della conoscenza. E quando questo ci viene ricordato da qualcuno, che "ci fa male", Sole, come non pensare che il mondo ci rovina la vita? E, d'altra parte, quando io stesso mi trovo impotente a fronteggiare una difficoltà, come non pensare che sia proprio io quello "sbaglio" vagante in cerca del colpevole?
A volte, il nostro percorso di vita ci ritrova fragili e stanchi, vulnerabili ed è facile che tutto diventi potenzialmente "persecutorio" -la lontana traccia di quel primitivo peccato da scontare, la scintilla dell'"IO SONO". Che sia il destino o l'interlocutore davanti a noi. Anzi, vi è spesso proprio il bisogno di eleggerla a "nemico", dentro o fuori, quella ragione dei nostri bisticci con la realtà.
Dissolversi come una nuvola nel cielo e diventare poi quello, è un tentativo di "amicizia" con la realtà. Nei nostri incontri, più volte insisto sulla preziosa possibilità che abbiamo -solo a rendercene consapevoli- che a questo punto dell'evoluzione, non si può tornare indietro certamente allo stato di felice esistenza della natura di Rosseau, nè bisticciare, come bambini ingenui, sulla natura "buona" o cattiva dell'uomo. Scientology lo pensa fondamentalmente "buono" quest'uomo, le religioni ce lo predicano potenzialmente "peccatore", la morale...ecco la morale può aggiungere qualcosa. Dovremmo provare a vederla, senza il positivista primato dell'uomo sulla natura che ancora e sempre avrà la sua audience, quale "riscoperta" di quanto abbiamo già scritto dentro in un cervello antico che ci "governa" più di quanto pensiamo, quello "rettile" e che tuttavia funziona compreso del fatto che non sono l'unico "serpente" sul pianeta, che ho un istinto di sopravvivenza, di gruppo, di specie, di morte...con l'"avvento" della coscienza. L'avvento dello "spirito", quello della autoconsapevolezza, i due temi sono cresciuti insieme e cercano un adattamento nuovo. Intanto la realà si è complicata, perchè parcellizzata in un relativismo che nulla concede al "pensiero", se non è legato al "possesso" di essa.
Il viaggio che promette la drammaterapia, per nulla schivo del "rito" con gli altri, della paura e del coraggio sperimentate, può far riepilogare i nostri atti passati e quelle che presentifichiamo sempre, nella dimensione del gruppo, e quella della cultura, senza passarli al setaccio di un lettino psicanalitico, senza addormentarli (semmai questo avviene) nel fanatismo di un'idea e forse; a volte anche facendoci volare, come dice Astra, Azzurra e Beatrice come una "innocente" piuma.

Nessun commento:

Posta un commento