L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







martedì 20 aprile 2010

L'ipnosi e i "disegni della mente"

@ director

Quanto trovo descritto negli iniziali commenti di coloro che hanno partecipato al primo incontro del training in autoipnosi, ricalca un copione classico delle descrizioni che tipicamente  fanno gli "argonauti" dell'ipnosi alla prima esperienza, con la coloritura sempre interessante di tutto ciò che evidentemente si riferisce alla personalizzazione della situazione. Quest'ultimo dato è fondamentale: memorie, percezioni, sensorialità, personalità ogni soggetto, dunque, individualizzano ogni esplorazione nel campo e di questo ho già discusso nella dispensa. La modificazione delle coordinate temporo-spaziali è, ad esempio, un dato costante che contraddistingue lo stato di coscienza ordinaria da quello di coscienza modificata (mi riferisco alla percezione di un tempo accorciato od allungato e alla sensazione di sentirsi dislocati in uno spazzio differente, alto, basso, comunque diverso da quello in cui ci si trova); ma ogni individuo tipizza l'esperienza ipnotica ed autoipnotica secondo dati che riguardano specificamente il suo modo di essere e sentire.
In questo senso, anche l'atteggiamento e la motivazione verso l'esperienza ipnotica sono importanti ai fini di una facilitazione o meno dello stato ipnotico auto-ipnotico che si vuole raggiungere. Ad esempio, il resoconto di Azzurra ci dimostra come sia possibile, in seno alla stessa sperimentazione, cambiare o accorgesri di aver cambiato atteggiamento rispetto a quanto può avvenire, sta per avvenire o è già avvenuto. La reazione divertita di sorriso a quello che lei stava sperimentando giovedì sera, un sorriso tutto interno e frammisto a curiosità, dimostra inoltre che in effetti può aver luogo soltanto ciò che la condizione permette e personalmente non reputo assolutamente conveniente forzare i soggetti o consigliarli di entrare in competizione con loro stessi. Quest'ultiomo sarebbe un atteggiamento "nevrotico", conflittuale, che non agevolerebbe il rilassamento tipico della condizione ipnotica. L'atteggiamento di curiosità e spirito di avventura, il lasciare che la mente osservi tranquilla l'evolvere della situazione verso una fenomenologia più leggibilmente "ipnotica", al di fuori di ongi tentativo di misurazione di quanto si stia "dentro" e quanto "fuori", è la posizione ideale che si vorrebbe in ogni soggetto che desideri conoscere e utilizzare questa grande risorsa. La garanzia che in circostanze di addestramento come la nostra, nulla possa avvenire se non passa attraverso un consenso personale -il contratto iniziale tra il soggetto il conduttore-, facilita l'orientamento verso lo stato ipnotico, non più vissuto -come può capitare- quale "perdita di controllo".
Blue, da quanto descritto, pur nel contesto di un'esperienza da lei riferita stimolante e gratificante, credo abbia portato "dentro" l'interferenza di un mancato warm-up all'esperienza autoipnotica (pure iniziale). L'annunciato ritardo del suo ingresso nel gruppo riunito può aver costituito la "affannata rincorsa" di fenomeni che oscillavano tra il pescaggio in esperienze simili (lei è veterana nella pratica yoga) e la ridefinizione dell'attuale, comunque fondamentalmente diversa. In effetti, pregiudizi buoni o negativi incidono su quanto di simile a quello che noi possiamo aver già sperimentato; questa è una regola che scontiamo favorevolmente o meno in tutta la nostra esperienza di vita. Una caratteristica evolutiva, che salva statisticamente quanto è più adattivo alla sopravvivenza del singolo-gruppo-specie a discapito dell'individualità. Tuttavia, l'individuo umano (o avatar in questo caso!) ha la capacità di modellare la propria esperienza, inducendo cambiamenti in quanto il genotipo avrebbe rigidamente previsto per lui, senza necessariamente l'intervento delle mutazioni -processo di re-interpretazione. Quindi, abbasso i pregiudizi negativi, le leggende metropolitane, le favole, le dicerie, gli ingiustificati timori rispetto a quanto d'ipnotico noi già sperimentiamo nella vita quotidiana costantemente, consapevoli o meno del fatto! Ma questo fa parte della seconda lezione in programma...e quindi mi fermo qui, auspicando i vostri interventi in questo wall graffiti per una stimolante avventura tra i disegni della mente.

Naturale, improvvisa e sempre nuova, la neve che ha coperto Roma,
mezza addormentata, nell'inverno appena trascorso, è uno spettacolo ipnotico
che non ci chiede consensi, ma ci coglie "dentro", ridesignando i luoghi

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