L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







lunedì 12 aprile 2010

Drammaterapia: la stupidità, l'ignoranza, l'errore


@ director

Non si tratta di destra o di sinistra, ma del fatto che fare vignette con didascalie che beffeggiano la morte comunque -recente il disatro aereo nei cieli della Russia-, di qualcuno, di molti, dispensandola virtualmente ...non fa ridere. E non augurerei la morte ad alcuno, ma piuttosto la coscienza di credere nei valori che professa, con coerenza e senza sarcasmo. Cose distanti da quanto stiamo lavorando in questo nuovo Corso di Drammaterapia per le Risorse, ma a caldo, dopo lo stage di oggi, sto stilando questo breve report, mentre le notizie del telegiornale mi aggiornano sulla povertà del pensiero così frequente. Sarà che, come nel caso della pubblicità, non ho mai pensato come educativa l'equazione  buona-audience=qualità e credo esista un'etica del potere e della comunicazione in grave degrado.
Il nostro "gruppo", in questo iniziale processo di drammaterapia di "lavori in corso", si è detto oggi che, sovvertendo la retorica dello sbaglio, osserverà l'errore come indicazione di percorso, l'ignoranza come possibilità di apprendere discipline che altrimenti non si avrebbe, e la stupidità come quel naturale iniziale fertile stupore di chi si mette in gioco ed è pronto alla scoperta. Riformulazione di termini spesso vissuti in negativo.
Venerdì scorso, nel laboratorio serale -il primo-, dove attraverso una piece drammaterapica si è realizzata la iniziale conoscenza tra nuovi partecipanti, attori del CDIOT ed ospiti, si è redatto molto materiale, audio, video, e di quello più sensibile ed importante che si iscrive tra cuore e ragione; in sintonia con lo spitito scientifico, ma così profondamente etico di quel Cartesio che stiamo un poco celebrando nel blog del CDIOT. Avremo modo di farne redazione in commenti ed immagini anche qui, prossimamente, in un nuovo video già in lavorazione sul "KamiKaze" appena performato.
Sono contento che Michela, da quella serata in poi, abbia deciso di desistere dalla reazione di sorriso -anche se sicuramente garbato- alla scena di una persona che va in trance in cinque secondi e di un'altra che lascia, poco prima, che la sua mano leviti fuori il proprio "comando"! Non che quello che pensi Michela sia importante perchè l'ipnosi e lo stato di coscienza modificato esistano, perchè la fantasia esista, l'immaginazione e tutta quella serie di automatismi e lavori invisibili nel nostro apparato psichico siano veri! Ma piuttosto, dietro l'abbandono di un pregiudizio, vi è l'abisso affascinante di un viaggio, senza pericolo tra esplorazione ed emozioni, che lei potrebbe fare, con grande guadagno di cuore e mente.
Contento anche che una certa rigidità delle catene muscolari di Pino, come anche  è per me (tiri un pietra chi ne è immune!) abbia costituito il pretesto per parlare di quanto la "resistenza" al cambiamento sia così vicina e collegata alla "contrattura di difesa", antalgica, di un ferita fisica...e di come si possa, invece, cambiare.
Egualmente soddisfatto che Gianni, già provato e provetto attore del CDIOT, abbia deciso di "fare la guerra" ad ogni abitudine che imprigioni la possibilità di strade nuove e soluzioni creative, con il potenziale di un repertorio che non può, così facendo, che ampliarsi e farlo evolvere verso un vero AVATAR! Non conosceva molto di Cortazar ed è positivo che abbia cominciato a farlo prima che -per i conoscitori della sua produzione...- l'orologio si impadronisca per sempre del suo polso! Conto molto anche su di lui, dopo la davvero superba interpetazione del KamiKaze. L'ho visto "pasteggiarsi" la parte, come spesso sono solito dirvi. E non nel narcisistico e tutto privato spremere sul palato il senso di un gusto solitario, ma nel dare-avere, sacro, del teatro.
La mia assistente, aiuto-regia, docente, attrice, Maria PIna (mi fermo perchè è capace di arrossire anche online! senza possibilità, per fortuna, di guarigione)..dall warm-up della conoscenza del suo gruppo venerdì, alla colta conferenza e discussione sulle fiabe oggi, nello stage domenicale. Tra biologia, etologia ed evoluzione ci ha rifatto fare amicizia con l'homo abilis, con le fiabe della nonna, e con l'importante energia che sacaturisce dal lavorare in nostro "racconto" interno con gli altri.
Giuliana e l'elegia allo stupore. Quella bisaccia, vuota di pregiudizio, e piena di nulla che può, se si vuole riempire. L'intelligente lavoro della ragione a volte ci inibisce severamente. Quella severità, anch'essa retorica e morbosa che ci proviene da un super-io gravemente infarcito di proibizioni, non sempre, ma a volte, anzi spesso. Prigione e corazza psicosomatica al "nuovo". Debbo ringraziarla per lo sguardo che vuole capire e si mette in gioco. Tanto in gioco che oggi, le metafore sul sesso degli angeli, ma anche degli uomini...le venivano proprio bene!
Tonina, "svezzata" dai precedenti incontri, procede ora in modo fluido, accoglie ed è un tranquillo sensibile specchio a quanto avviene ed a cui partecipa. Questa madre-moglie straziata nel Kamikaze, non ha mai abbandonato chi andava a farsi esplodere e religioso è stato il suo silenzio-sguardo sul corpo sgualcito dalla storia del suo compagno, oramai "scoppiato".
GIaceva a terra, in resti scomposti, sotto lo sguardo di tutti e uno di quei resti si chiamava anche Mijail, 19 anni. Piuttosto che la supina e passiva interpretazione di quanto proposto lì per lì, egli ha scelto la scoperta del passaggio pericoloso  ed ambizioso tra l'essere, il non essere più, mentre si continua ad esistere ed assistere. Difficile da descrivere, se non vi si si era. Spettacolo interno che ci ha restituito incisivamente dopo, lasciandoci meravigliati.
L'autore, Federico, si è gustata privatamente e poi con esternazione pubblica la duttilità di un testo, il suo, che ogni nuova piece rende "ipertestuale" con differenti elementi ed interpretazioni e poi ha partecipato all'epilogo, facendosi olocausto insieme agli altri della tragedia già consumata e lì congelata.
Alessandro ha utilmente deciso che, dandosi un mantra al mattino ed uno serale, si può evitare l'illusorio gioco del fascino delle cose nelle vetrine della vita, a meno che il fascino non sia proprio giustificato da "cotanta maraviglia"! E' vero, la solitudine dà accesso a parti private, mentre se subita ci fa sentire sempre in credito dalla vita. Oggi ha danzato e parlato con un "padre" fantastico, nella fiaba drammatizzata, proclamando una convinta autonomizzazione dalle regole e privilegi paterni, che avvenga mai che per i secondi si debba accettare che i primi condizionino la nostra personale libertà!
Marlene Elisabeth ha danzato con le speranze! Non quelle di Cronopios e Famas (Cortazar) e non quelle ruffiane di compromesso nella diatriba tra ortodossia ed invenzione, ma la speranza vera, coltivata, che l'Equador accelleri forse, nella deriva dei continenti, la sua ri-unione con l'Europa, della figlia con la madre, dove ogni figlia è, comunque anche madre! Bella la sua trance, immediata, profonda, e, come accade in questi casi, che non lascia molta voglia di uscirne...tanto si può star bene....con la trance? Con se stessi, affermo io, a curare questo rapporto, tenero e responsabile di se stessi con la vita.
Spartaco, gladiatore di scommesse che fa sempre  con la drammaterapia, con abituato senso di vittoria! Un giorno di questi dovrò bastonarlo per il solerte servizio all' altro, testimonianza dell'esserci con. La sua danza oggi era cerimoniale di guerra, agli spititi maligni, auspicio di ricca caccia nella savana per il tuo gruppo riunito. L'ho sentito soddisfatto e questo non necessita di commenti. Anche Catia aveva il buon umore; è squisita la sua attenzione a tutto. Farò attentati a quella sua naturale e delicata discrezione che per ora ci lascia "salvi", ma promette dardi ed espugnazioni, se sà rischiare a poker, come rischia danzando leggera ad occhi chiusi, senza mai perdere il contatto con tutti noi.
Ho danzato poco, io; il malleolo non me lo permette ancora, ma la mente ha supplito, scivolando tra braccia e gambe, polsi ed angoli vivi, mentre vi muovevate. Anche Flavia si è aggirata curiosa tra i boschi delle vostre fiabe ed i mari delle scoperte senza commissione (vedi fiaba Il Principe ed il Mago). Come chi ascolta una fiaba, immagino che anche lei abbia avuto l'incontro privato con il cuore e la mente.
Vi ringrazio.

Foto: Atelier Drammaterapia per le Risorse, Aprile 1010

3 commenti:

  1. Director e compagni di viaggio, apro la strada io ai vostri commenti che spero saranno numerosi.
    Vi ringrazio tutti per ciò che mi avete dato e vi auguro che il sorriso profondo e pieno di fiducia con cui ci siamo salutati metta le radici nel vostro cuore.
    Maria Pina

    RispondiElimina
  2. Director, compagni d'avventura, mi sono divertito. La giornata è stata pesante e piacevole al tempo stesso, intensa e "breve", come tutte le cose piacevoli. Mi sento una macchina lanciata in discesa, dopo mesi di salite e tornanti. Punto tutto, come nel vecchio adagio dei giocatori di carte: "Piatto ricco, mi ci ficco".
    Grazie Ermanno -volutamente personale- per l'impegno profuso, e le parole d'incoraggiamento che spendi per noi. Mi dai molto, e molto mi date tutti. Gianni

    RispondiElimina
  3. E’ emozionante entrare nella pagina del nostro blog, appena ristrutturato ma sempre più importante per allargare il modo comunicativo del nostro Atelier verso l’esterno: i partecipanti, i loro contesti relazionali, la società moderna. Arrivo a questa edizione da altre, seppur piccole, esperienze di dramma terapia dove ho avuto modo di sperimentare molte incursioni nel profondo. Voglio ricordare quanti ho incontrato lungo il mio percorso e che sono oggi presenti dentro di me arricchendo i miei ricordi. Apprezzo e saluto anche chi fra i precedenti mi è ancora vicino quale compagno di esperienza. Ho compreso che il lavoro che andremo a svolgere in questo Atelier è rivolto verso le risorse: elementi preziosi presenti dentro di noi e che possiamo ”tirare fuori”. Noto anche con immediatezza che gli specchi riflettenti le immagini sulla scena del warm up de Il rinoceronte di Ionesco si sono ora rotti lasciando il posto ad altri interpreti: alcuni nuovi altri già conosciuti (ma mai del tutto). Nell’ultimo incontro ho lavorato bene con il gruppo, penso che ci sentiamo molto vicini gli uni agli altri e possiamo fare tanto insieme. Il commino è tortuoso, impegnativo e difficile ma averlo iniziato insieme significa per me tanto. Romeo.

    RispondiElimina