L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







sabato 17 aprile 2010

Autoipnosi, levitazione della mano...e dell'umore!


@ Azzurra


Cari tutti, volevo condividere con voi le sensazioni provate durante la nostra prima seduta del “training di autoipnosi”. Ma prima di iniziare, ci tenevo a fare una premessa: dal primo incontro, che risale a venerdì scorso, ho iniziato subito a percepire nuove potenzialità e ho attivato molta curiosità e desiderio di aprirmi a questa esperienza dell'atelier di drammaterapia. L'idea poi di non essere la sola a sondare il terreno delle proprie risorse ed incontrare persone che danno importanza alla sfera dei sentimenti e delle emozioni, tanto da ascoltarle e lasciare che queste si manifestino sotto forma di creazione (penso al nostro amico scrittore della bellissima piece "kamikaze", ai partecipanti che vi hanno recitato con trasporto e passione, e a quelli che sono rimasti a guardare con gli occhi e con la mente aperti), mi rende particolarmente felice; a questo si aggiunge lo stupore e la gratitudine per la passione, la delicatezza e la competenza con cui il nostro director ci conduce in questo cammino. Dunque, con questo stato d'animo, positivo e curioso, ho affrontato la seduta di giovedì, quella dedicata all'autoipnosi. Non voglio descrivere per filo e per segno cosa è accaduto, c'è un unico fatto straordinario, che è poi il primo che ho raccontato al mio compagno appena entrata in casa; infatti, col sorriso beota stampato in faccia e con la vocina stridula di chi è eccessivamente su di giri, gli ho gridato "Amore, ebbene sì, la mia mano saleeeee…". Ci siamo fatti una grossa risata e ho cominciato a raccontargli come e perchè sia accaduto quello che è accaduto. E lo racconto a voi come l'ho detto a lui: il mio corpo era molto rilassato, ma più di tutto, percepivo la pesantezza delle mani e delle braccia. Quando il director ha iniziato a condurre il comando del sollevamento della mano, ho percepito il puro e semplice desiderio della mia mano -forse il mio desiderio, puramente inconscio, perchè io con la mia mente stavo solo a guardare, e se devo dirla tutta me la ridevo anche...- dicevo il desiderio di lasciare andare questa mano, e così ho fatto. Non l'ho frenata, ho sentito un formicolio sotto il palmo e la sensazione che quello che era sotto il palmo fosse più pesante dell'aria che era sopra e che la mia mano tendesse naturalmente verso l'alto. Il movimento è iniziato con discrezione...ho sentito con molto stupore che si staccava il pollice dal pantalone e non ho opposto alcuna resistenza; io ero contemporaneamente quella che si stupiva (tanto da riderne) del movimento
Teatro, nel momento e magico, prima che inizi lo spettacolo. Questo è unicamente
quell'incontro  sacro tra attore e spettatore, protagonisti di una "nuova" storia.
della sua mano e quella che lasciava che ciò accadesse. Diciamo che l'esperienza, nel suo complesso, mi ha fornito una buona dose di buonumore, e la consapevolezza che questo nostro corpo può sperimentare condizioni a noi prevalentemente sconosciute, eppure possibili, condizioni fisiche, mentali ed emozionali di cui non sappiamo un bel nulla. Naturalmente accanto a questi pensieri positivi ci sono anche quelli opposti...il timore di essere troppo debole, troppo suggestionabile eccetera eccetera, ma questa è un'altra storia, so da dove vengono questi pensieri e mi stanno meravigliosamente scivolando nelle tasche...
Certamente la seduta non è stata soltanto questo e mi scuso per aver tagliato tutto il resto fuori dalla narrazione, mi scuso anche per la scrittura, prolissa e noiosa ma questo fanno anni e anni di "aridi" studi tecnici (per non parlare poi del lavoro)! Un abbraccio a tutti voi e arrivederci qui sul blog, Azzurra.

Foto: CDIOT,  9 Aprile, 2010

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