L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







sabato 26 novembre 2011

Sonia, il Resto della Mia Vita, pièce cinema-dramaterapica


SONIA, IL RESTO DELLA MIA VITA ovvero...oltre i posti dell'amore.
Pièce Cinema-Dramaterapica di E. Gioacchini e F. Pitorri
Regia E. Gioacchini
2 dicembre 2011, h.20.30
Cinema Nuovo Aquila , Via Aquila 68
Euro 10,00, a favore del "projecto jovem" sponsorizzato dall'Associazione Onlus
"Il Sorriso dei Miei Bimbi" -


Come director di questa Compagnia e con il supporto dell'Atelier LiberaMente, sono molto contento di destinare la filosofia e l'impegno del nostro lavoro artistico ad una iniziativa così importante  e concreta: aiutare l'infanzia di una favela brasiliana ad avere istruzione. Questo comporta lo sviluppo di quella libertà che è possibile per l'individuo solo a patto di non vivere nell'umiliazione di avere negato il potere della conoscenza, quello che permette di scegliere tra il fare gisto e sbagliato.
Non deve esistere casta per il sapere e, per noi che approfondiamo il discorso del teatro, come opzione ludica per lo sviluppo delle nostre risorse, è fondamentalmente etico rivolgere il pensiero ed il nostro supporto a chi l'istruzione basilare per difendersi e crescere non può avere. Pericolosa pregiudiziale, quindi, alle possibilità del destino.
Un ringraziamento all'Associazione Il Sorriso dei Miei Bimbi ed al Cinema Nuovo Aquila, che da molto tempo oramai sponsorizzano con un aiuto tangibile le campagne destinate ad aiutare l'emarginazione, lo sfruttamento, la povertà vera.

Nella drammaturgia che rappresenteremo, ho sottolineato a quattro mani con F. Pitorri quanto non esista luogo elettivo per il dolore, per la povertà affettiva, come non ne esiste uno particolare per l'amore e la crescita. Nello stesso tempo, la responsabilità di quanto avviene nel micro e macrocosmo delle nostre relazioni familiari, sociali, politiche ed economiche non può essere più sottovalutata. Compete ad ognuno dare il proprio contributo in quella che definisco "fabrica" del vivere sociale. L'individualismo esasperato non può più proteggere nell'anonimato dell'interesse del solo singolo, senza che prima o poi vi sia un ricasco anche nel collettivo. Dare le responsabilità  alla "globalizzazione"di quanto avviene nelle aree più bisognose del pianeta, ma oggi anche in quelle fino a poco tempo fa considerate meno a rischio di povertà, significa in parte deresponsabilizzare l'azione del singolo, sottrargli il potere dell'associazionismo per la difesa del proprio pensiero e dei propri diritti. E le recenti spontanee convention di gruppi di "indignados" nei luoghi del "potere", della "decisione", delle "regole" sta a significare poprio questo: la riconsiderazione di una democrazia veramente autentica. Questa deve poter albergare nello spazio privato e nello spazio pubblico, nel discorso sociale e nella sua prassi politica.
Potrebbe sembrare di essersi spinti lontani dal soggetto e dalla piece in oggetto con queste considerazioni, ma basterebbe pensare a come indigenza, carenza affettiva e difficoltà determinano i destini degli uomini,  per comprendere che anche Sonia ha diritto a ricercare e comprendere il "Resto della Sua Vita". Grazie alla compagna di scrittura, agli attori, a tutti i collaboratori ed amici ed in bocca al lupo!

E. Gioacchini

sabato 19 novembre 2011

DRAMMATERAPIA, saper leggere le tracce

Atelier LiberaMente per le Risorse 2011, Laboratorio del 16 nov
Nella foto, CiccioRospo68 e Anastasia

Drammaterapia, foto segnaletica di un attore

Atelier LiberaMente per le Risorse 2011,
Laboratorio del 16 nov. nella foto, Krila

Nessuno di noi sa cosa l'aspetta domani. Se un appuntamento è stato davvero dato, se può essere differito, annullato, ecc ecc. Nessuno cosa vi sia oltre l'ultimo momento (questo...questo...questo...) della nostra vita. Tutto quello che può essere fatto è desiderarlo e sperare che nessuna variabile esterna/interna interferisca. Il desiderio è come il pensiero di un movimento...mette in moto potenziali evocati del nostro destino. E' intrigante tentare di leggerli, folle credere che proveniamo dal nostro futuro. Desiderare è credere più volere, mentre sperare è credere più attendere. Questo il tranello ela potenza del nostro linguaggio.

Atelier Liberamente alla 4° puntata!

Atelier LiberaMente per le Risorse 2011,
Esercizi sulla Relazione, 16 nov

@ CiccioRospo68
Buongiorno, Vi presento Director (quartapuntata da cicciorospo68) 16/11/2011.

Un Bellissimo Branco di Lupacchiotti

Eccomi qui, sono le 20,10, la Basilica di san Paolo è sempre lì, al bar a fianco poche persone chiacchierano rintanate nei loro maglioni o felpe. Fa freddo, forse ci sono 5/6 gradi e attendo l’arrivo degli altri “allievi”. Siamo al quarto appuntamento. Mi siedo sul gradino di un locale ormai chiuso, vicino la nostra sede. Penso, curioso, a quello che ci aspetta questa sera, giocando nervosamente con il tappetino, fedele compagno di tutti gli appuntamenti e faccio un riepilogo mentale delle puntate precedenti. Intanto, arrivano man mano tutti gli altri…ma purtroppo, anche stasera, non siamo tutti. Una di noi ha subito un piccolo infortunio, e non può venire. Siamo in 6, più il director, Belinda, e a sorpresa anche ”Anastasia”.
Ci sediamo in circolo sulle sedie. Il conduttore ci orienta sulla serata, sull’imminente futuro, preannunciando una prima pieces di noi pulcini del primo corso base di dramma terapia per le risorse. Per la prima volta, ci parla approfonditamente della relazione che esiste tra il nostro Io, gli insegnamenti, la volontà, la gestualità, l’espressione e dunque la mimica dell’attore. Quindi ci invita all’azione, ci fa camminare prima lentamente, poi sempre più rapidament,e dentro la sala, come atomi impazziti, ognuno con la propria traiettoria. Così si evidenzia che alcuni di noi si scansano “troppo” al passaggio dell’altro..ma alla fine, con l’incrementare della velocità, tutti, sempre più rapidamente, convergiamo al centro della sala. Ci viene detto che questo è “psicologicamente normale”, ninete di cui preoccuparsi! Ma quante cose, durante questi corsi, sembrano normali, e poi a pensarci non lo sono…e viceversa!
Dopo si passa alla prof.ssa Belinda, per una rapida "riattivazione" spirituale. Esercizi respiratori, concentrazione, respirazione. Oggi un esercizio nuovo, ad occhi chiusi, posizione comoda…(professoressa giuro mi metto a dieta!!). Immaginiamo di suonare una musica conosciuta con le mani protese come se si stesse suonando realmente un pianoforte. Avrei voluto aprire gli occhi per vedere tutti i miei compagni di corso improvvisarsi piccoli “Mozart”….Io ho suonato mentalmente la mia, “Per Elisa” di Beethoven”, tanto per rimanere sul semplice. Meno male che non mi vedeva e non mi ascoltava alcuno!
Anche questa volta il Director è rigoroso, il tempo corre, dobbiamo fare altre cose e Belinda si congeda da noi (Director…personalmente avrei gradito qualche minuto in più a suonare il pianoforte….e magari ripetere qualche esercizio della volta scorsa).
Poi ci viene presentata una nuova professoressa, “Anastasia”.Anastasia è molto giovane, ma non per questo mostra titubanze. Trasmette serenità, e con molta chiarezza ed eleganza, ci indica gli esercizi da fare tutti insieme in circolo. Ripetere per tre volte il proprio nick associato ad un suono, ad un verso o imitando un qualunque animale di nostra preferenza. Il director, che non sta mai fermo, si da un gran da fare per riprenderci con la videocamera. Servirà per un ricatto futuro?! Tutti dobbiamo ripetere i gesti o le sonorità del compagno. E’ vero Director, questo dà indubbiamente un certo senso di onnipotenza, ma più che altro ho notato gioia, complicità, ilarità, comprensione, e soprattutto, non mi stancherò mai di ripeterlo..un gran bel gruppo. Un bellissimo branco di lupacchiotti…Lo ha detto anche il Director, “Ci stupiremo di quello che sapremo fare in una rappresentazione, proprio perché siamo noi, insieme, gruppo”.
Un grazie particolare, quindi ad Anastasia, che speriamo di rivedere presto, che ci ha fatto concentrare ma anche divertire. Bravissima..(figlia d’arte…e che arte!).Dopo si passa sotto la direzione del Maestro (!!) a fare un esercizio a coppie, molto particolare. L’uno deve “modellare” l’ altro con un gesto leggero; si può toccare un braccio, una mano, un dito, il capo, il modello dovrà, ad occhi chiusi “ascoltare”, sentire il movimento, interpretarlo, lasciarsi plasmare.
La posizione assunta dal modello, dovrà essere quindi “respirata” dallo stesso. Il Maestro ci spiega bene come fare. Alla fine, come sempre, esprimiamo le nostre impressioni, diverse per ognuno e differenziate nel trasmettere o ricevere la sensazione del movimento. Anche stavolta, mannaggia, cicciorospo68 non ha trasmesso alla sua compagna, Licia, sensazioni particolari! Però si è assodato, usando come modella Belinda, che Licia è particolare, molto particolare nel “modellare”... Anche al povero cicciorospo, è stata data un'altra possibilità con Belinda, e non sembra essere andata così male. Le sensazioni sono quindi differenti, chiaramente, tra tutti noi.
La serata è terminata, bella, intensa e forse un po’ diversa. Ci lasciamo riconfermandoci per gli appuntamenti prossimi che saranno più intensificati. Bene. Benissimo. Director, a me sembra di entrare nella stanza del corso come un Famas, e di uscirne Cronopios –cfr. Cortazar!
Ieri, andato a Piazza Venezia, ho cercato di modellare il vigile urbano, ma non mi ha capito…ho messo un carciofo al posto dell’orologio a muro, e mio suocero me lo ha buttato….mah….adesso mi faccio un paio di respiri come si deve e non ci penso più! Comunque, Director, me lo lasci dire….il più grande spettacolo dopo il week end…-quello in programma- siamo NOI!
Con affetto Cicciorospo68

giovedì 3 novembre 2011

Drammaterapia e Vita a Fumetto

"Io Ritualisticamente, Scomposizione e Rimodellamento della Realtà",
Workshop Drammaterapia, Roma 28.10.11
All'Atelier LiberaMente ed a tutti gli attori indistintaMente!



Fa parte dell'umano gioco della relazione, essere diffidenti, diventare euforici, bilanciare l'entusiasmo con pesi minuscoli eppure potenti, retaggio sempre presente dei nostri istinti fondamentali. Ma poi vi è questo mirabile inganno che è la coscienza a fare da meraviglioso amplificatore e perverso demolitore ed anche questo deve essere accettato. Guai a fare apologia del bene e del male, anche se vi sono cose che fanno bene ed altre che fanno male.
Ieri ha fatto bene a tutti, me compreso. Era come se camminaste sopra la geometria scarna dell'evidenza (pure importante), per fare delle nuvole messaggi e trasmissioni. Il vostro esercizio è stato ricco e continuerà a lavorare anche nella inconsapevolezza, anche nella mia. Vi ringrazio e vi riassumo tutto in una immagine del nostro più recente laboratorio...che bene rende emblematica l'intenzione di comprendere e vivere la comunicazione oltre l'ovvietà costante ed in agguato.  Director

mercoledì 2 novembre 2011

Drammaterapia & Ontologia attraverso Cortazar



Io Ritualisticamente, Scomposizione e Rimodellamento del Reale.
Reading Performativo sul pensiero di J. Cortazar, Roma 28.10.11 

Quando Cortazar, come in un tentativo cosmogonico, mette tre genie di esseri assoluti ad essere attraversati dal fato, egli scompone e ricompone la realtà, ovvero il nostro modello del mondo e in fondo l’essenza delle domande dell’Uomo. Le tre sottospecie (perché la specie è quella umana) sono i Cronopios, I Famas e le Speranze. Le domande fondamentali: dove sono, con chi sono, dove vado. Il problema delle origini -da dove provengo- è invece sorpassato, quasi a suggerire che siano i comportamenti a descrivere la realtà, a “costruirla”.
Questi esseri, i Cronopios ed i Famas, sono nella loro condizione immanente, imprigionati ad esprimere il loro ufficio, nella totale libertà di esplorarlo all’infinito ed ogni categoria, dobbiamo pensare, ha una complessità infinita da esprimere. Nell’equilibrio instabile dato dall’interazione delle tipologie di esseri, come in un quadro di Pieter Bruegel, dove follia ed ordine sembrano danzare insieme, possiamo così ravvisare l’identità complessa e contraddittoria delle tensioni dell’Uomo. Il loro sempre differente decantarsi in precipitato e solvente, infinitamente possibile.
Ontologicamente, tuttavia, Cortazar introduce tra i Cronopios, pervasi da così sana follia ed i Famas, così folli nella loro prevedibile organizzazione, un terzo tipo di esseri, appunto le Speranze, intermediari indefessi tra gli altri due. Questo inserimento è piuttosto “romantico”! Sembrerebbe recuperare la domanda inevasa -ma l'Autore non lo dice-; aspira, se non alla conciliazione, almeno al compromesso tra i Conopios ed i Fama, quasi come lontano ricordo, riconoscimento di un’unica creazione e, forse, creatore.
Come si diceva, ogni tipo in sé ha profondamente inscritta l’altra metà inevasa, l’elemento di chiara appartenenza all’altro. E sì che un Fama –suggerisce il pensiero di Italo Calvino-, nel suo compatto rigore, espresso sino al parossismo, esprime un agire “folle” che molto ricorda le caratteristiche di un Cronopio. Ed in fondo, domandiamoci, il suo non è l’estremo tentativo, portato sino all’eroismo, di salvare il Mondo dal Chaos? E un Cronopio, nella sua infinità esasperata sregolatezza e quasi sistematica capacità di eludere il consueto, la tradizione, le regole e abbandonarsi all’infrazione, non persegue forse un intento anancastico proprio della psicologia di un Fama?