L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







lunedì 28 marzo 2011

Dramatherapy, Blue Beard 2010, First Act, 1

Blue Beard, To Want, To Need, To Be,
by Creative Drama & In-Out Theatre,
a play written, producted and directed by E. Gioacchini

sabato 26 marzo 2011

Drammaterapia, Blue Beard, To Want, To Need, To Be

Blue Beard, To Want, To Need, To Be, Prologue

A dramatherapic piece by Creative Drama & In-Out Theatre,
written, producted  & directed by E. Gioacchini

venerdì 25 marzo 2011

Drammaterapia, La Relazione atraverso il Filo


@ Libertà
Un giorno, non si sa perché, incontro il teatro e così accade che incontri la relazione e un filo che mi permette di vivere un rapporto completamente diverso, senza parole, con uno spazio alle fantasie protette dal silenzio e ti accorgi che senti l'altro, in una nuova dimensione, e tutto questo mi porta dentro uno stato d'animo nuovo, libero. L'altro non è alto, basso, biondo, moro, uomo o donna, non è più classificato, ma vissuto attraverso quella relazione. E così sei fuori dal conflitto che governa la tua vita, perché –diciamolo- in quasi tutte le relazioni, cerchiamo di affermare quello che pensiamo, costruiamo. Vivere le relazioni come fossero un filo ipotetico tra noi e gli altri, ecco sembra impossibile: i fili non si vedono, ma l'altro percepisce la nostra difesa, si difende a sua volta e torna la guerra dentro. Non il conflitto per la sopravivenza, ma quello delle nostre paure. Il filo è una metafora che racconta l’autenticità.

@ Pulcinella
Il simbolo, la metafora e il gioco mi sono diventati più amici. La fiaba e il mito mi accompagnano, accendono alcune scintille e queste aprono i sensi. Mi accorgo delle resistenze, sul mio corpo, censuro le emozioni, le imprigiono, non gli permetto di tradirmi… la voce, il gesto, il timore dell’eco dentro e fuori: ho di nuovo attivato protezioni e schermature.
Poi, l’incontro: due anime diverse, casuali, ciascuna con il proprio vissuto di gioie e difficoltà non ancora risolte. Tra le mani un piccolo filo dorato ad unire a due a due questi mondi dissimili, eppure così uguali tra loro. Gli occhi dell’uno a scrutare quelli dell’altro, a cercare coraggio. Un pozzo profondo e buio nasconde tanti ricordi e tante, troppe, emozioni.. Il piccolo filo dorato teso tra loro diviene allora un superconduttore… di quelle. Dopo un po’, però, quasi per magia, resta teso tra loro, come divenuto una bacchetta magica: lo sguardo ora è diverso. L’altro non è più l’altro. Questo è il loro magico presente. Al futuro? Ci penseranno poi.

@ Nero
Quante volte il rapporto con l’altro tocca la nostra esistenza, modifica la traiettoria, la spinta, la guida, lo stop? Quanto di personale nella “relazione”? Come un banditore d’asta offre un oggetto decantandone le qualità e il valore. Un valore, appunto, del tutto personale. La tendenza a non considerare l’altro di vitale importanza, per quella paura primordiale di essere “abbandonato”, che ti fa avvicinare alla relazione con un’idea rigida, preformata. Ma per parlare di relazione bisogna essere almeno in due… Nella vita o quando ci impegniamo nel gioco dei fili, o quando ci misuriamo nello spazio che ci circonda con un filo. Oppure non riusciamo a compiere un gesto, il timore di dire ciò che pensiamo, di dichiarare apertamente quello che del rapporto ci fa soffrire, non ci rendiamo responsabili della buona salute della relazione. Se quel filo immaginario si allenta e il rapporto cade, se tiriamo troppo e lo perdiamo, la comunicazione non ha più senso di esistere, perché l’altro non c’è più: siamo soli, Tentare di riprendere il filo di un rapporto nuovo, nella speranza autentica che sia diverso.

mercoledì 16 marzo 2011

AUGURI ITALIA!

L'Arte, lo abbiamo ripetuto più volte su questi spazi, possiede uno "spettacolare" valore profetico. Non solo è simulacro di quanto di sociale e dunque politico avviene, ma è "crisalide" alle future ed imminenti avventure dell'Uomo. Il Teatro, non si sottrae a questo destino, anzi da questo nasce e dentro esso si sviluppa, occhio che può spaziare indietro e in avanti, arricchendo il presente dei presagi e delle memorie. Ed il teatro di due secoli fa fu come un vento che soffia tra le scene di opere maggiori e minori, con battute allusive e riferimenti alla "libertà dallo straniero", all'anelito verso l'Unità del Regno, con il dito puntato verso un clericalismo che imprigionava spesso (troppo spesso) libertà, sentimenti, cultura ed evoluzione. Teatro cospiratore in fondo, che usa i drammi del passato per rievocarli in uno spirito di edizione però presente, a spingere in avanti le speranze di quei nostri lontani compagni di viaggio. Giambattista Niccolini nè è un esempio e vorrei davvero che i miei allievi potessero approfondirne il pensiero, così' lucido, fiero e - si dimostrò, appunto, profetico.
Auguri Italia, auguri nelle tue sciagure e pettegolezzi, auguri anche se devi ritirarti su le braghe perchè ora non hai l'alibi dello straniero e neanche devi avere quello degli "stranieri", ma le tue vicende, con il teatro inutile del gossip politico che devi cancellare dalla tua agenda.
Auguri Italia che fatichi a sbarcare il lunario, che ti inventi gli scienziati ed a fatica li trattieni, che non devi mai aver paura di difendere la libertà di espressione, ma anche la civiltà della stessa. Auguri Italia con i fondi per lo spettacolo congelati, promessi, negati.
Auguri Italia per i tuoi sforzi, la tua storia, la tua passione ed auguri a questi uomini e donne sconosciute dell'Italia che spero davvero siano sempre più rappresentati
Auguri miei "attori". Director