L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







mercoledì 28 aprile 2010

Ipnosi. Percezione, Sensorialità e Memoria: i Sistemi di Rappresentazione nella comunicazione umana e in ipnosi.

@ Director

Nelle ultime due esperienze di tecnica autoipnotica, abbiamo cercato di fornire dei dati, sia pur limitati, che permettessero di sciogliere pregiudiziali errate e diffidenza verso la condizione di trance ipnotica. Non aver abbondato in informazioni ha corrisposto alla prudenza di non attivare eccessivamente la sfera cognitiva durante il training e permettere l'esperienza della condizione di rilasciamento progressivo, senza le interferenze della parte più razionale della nostra mente. Nel corso dei successivi incontri, come già detto, lacune e dubbi saranno chiariti strada facendo, ovvero attraverso la stessa esperienza di autoipnosi.
Cerchiamo, tuttavia, di chiarire meglio e fissare quanto è stato detto, aggiungendo qualche dato teorico…
Lo stato ipnotico costituisce, dunque, una condizione di funzionamento mentale, ma potremmo dire psicofisico, modificata rispetto all’usuale, ordinario stato di coscienza e consapevolezza dell’individuo, quello che la letteratura scientifica denomina come NOCS (Not Ordinary Consciousness State)* o SCA (Stato di Coscienza Alterato o, come è più corretto definire, "modificato". Quello che accade nella condizione ipnotica (e ancora meglio, perché la stessa possa essere indotta) ha caratteristiche differenti dall’ordinario stato della nostra coscienza vigile.
Usualmente, noi siamo inseriti nella realtà attraverso i nostri cinque sensi: vediamo, ascoltiamo, sentiamo, gustiamo ed odoriamo la realtà nel nostro ambiente. Quando processiamo queste informazioni, noi le rappresentiamo re-dirette verso il mondo esterno usando questi stessi organi di senso (non abbiamo la percezione di quanto avviene, in effetti, in differenti aree cerebrali in relazione agli stimoli che abbiamo ricevuto, ma questa è re-diretta verso l’oggetto che ha sollecitato il nostro organo di senso). Noi pensiamo in immagini, suoni e sensazioni ed un poco meno in odori e sapori. Dei cinque sensi, soprattutto quello visivo, auditivo e cenestesico costituiscono il Sistema di Rappresentazione Primario, mentre è assolutamente più raro, anche se non si può escludere, che sia costituito dall’olfatto o dal gusto. Vi sono molti modi di individuare quale è il Sistema di Rappresentazione Primario utilizzato da un individuo, ma il più semplice è quello di ascoltarlo attentamente mentre parla ed il suo linguaggio sicuramente ci racconterà del suo modo di rappresentare il mondo in termini di canali rappresentativi primario e secondario. Quando ci esprimiamo, come ogni cognizione ha la sua controparte emozionale, come ogni emozione ha la sua controparte cognitiva ed entrambe sono legate al nostro sistema di rappresentazione o modale. Ma anche il modo in cui lo stesso individuo gestisce i propri ricordi, lo sguardo e la mimica e la postura, possono raccontarci del suo Sistema Rappresentativo Primario. Per fare un esempio molto semplice: sappiamo tutti di essere più portati a memorizzare una data cosa, se questo tocca il nostro senso privilegiato; e così siamo soliti dire, ricordo tutto quello che ascolto, ho molta memoria visiva, gli odori ed i profumi mi suscitano facilmente ricordi, alcuni racconti mi fanno venire i brividi, ecc. ecc.
V Canale Visivo: attraverso il quale rappresentiamo visivamente gli oggetti esterni e creiamo le immagini interne. I soggetti che operano attraverso questo Sistema Rappresentativo tendono ad essere molto dinamici e spesso enfatici nella loro gestualità, tendono a mantenere lo sguardo dritto avanti a voi, così come la loro postura. Il loro respiro è generalmente più profondo, tende ad essere portato alla massima espansione (inspirazioni ampie). Essi sono estremamente deliberati nelle loro azioni, attenti nel modo di apparire; pensano in immagini ed hanno difficoltà a ricordare sequenze verbali; sono facilmente infastiditi dagli altri Sistemi di Rappresentazione, perché la loro mente tende a muoversi velocemente per immagini, essendo assolutamente catturata dagli stimoli visivi.

C Canale Cenestesico: La comunicazione intra ed interpersonale,sucita sensazioni sul e nel nostro corpo. Infatti, possono essere sensazioni fisiche attuali od immaginate. Le persone che operano attraverso il Sistema di Rappresentazione Cenestesico tendono ad avere movimenti piuttosto lenti, misurati, con una postura raccolta. Il loro sguardo si volge frequentemente a sinistra, verso l’alto ed il loro respiro tende a concentrarsi alla base dei polmoni (inspirazioni non ampie). Il loro discorso è lento e sono facilmente frustrati dalla velocità con cui opera un interlocutore che lavori per immagini, piuttosto che per sensazioni, come loro. Essi confidano nel loro senso del tatto e rispondono facilmente al contatto fisico; sono accoglienti e disponibili verso le persone. Il toccare o fare cose cattura la loro attenzione.
A Canale Uditivo: E’ quello che viene allertato verso le cose esterne, la comunicazione degli altri egli stessi suoni chei emettiamo. Sono generalmente individui moderati nella loro gestualità. Il loro sguardo tende a spostarsi da sinistra a destra nella conversazione e frequentemente in basso a destra. La loro postura si mantiene dritta; il respiro tende a centrarsi in mezzo al torace (inspirazioni medie). Essi frequentemente parlano a loro stessi; sono precisi ed esatti nel loro linguaggio verbale; frequentemente con pronunciati movimenti delle labbra; imparano facilmente dall’ascolto di altri. Estremamente interessati dai suoni e dalla musica, rispondono al tono, al timbro ed alla cadenza delle parole e dei suoni.
O Canale Olfattivo/Gustativo. E’ il più raro ad essere riscontrato negli individui. Questi soggetti hanno una spiccata memoria “olfattiva” e "gustativa"; sanno riconoscere facilmente situazioni e persone dal loro odore.
Ma ecco cosa avviene nello stato di trance:

1) Le informazioni sono processate al di fuori del Sistema di Rappresentazione Primario
Come abbiamo detto, le informazioni sono elaborate in immagini, suoni, sensazioni e queste modalità sensoriali si riferiscono a sistemi senso-percettivi, definibili come Sistemi di Rappresentazione. Ognuno di noi usa questi tre canali di rappresentazione della realtà, anche se, generalmente, si può individuare la prevalenza di uno e o due di essi sui rimanenti. Tutti coloro che hanno indagato la fenomenologia dello stato ipnotico sono d’accordo nell’individuare in questa condizione alcune specifiche caratteristiche rispetto al processo mentale. Perché si realizzi uno stato di coscienza alterato, è necessario che il soggetto sperimenti una certo numero considerevole di “oggetti” interni od esterni, attraverso l’uso del canale/i non preferenziale/i. Quindi, riferendoci allo stato alterato di coscienza, possiamo affermare che in esso il processo delle informazioni si svolge in modo anomalo rispetto all’ordinario. Se nella fase di induzione ipnotica, perché si stabilisca un buon rapport, l’operatore “suggerisce” al soggetto in accordo al suo sistema di rappresentazione, utilizzando il canale o i canali percettivi preferenziali, successivamente, nella condizione di trance il soggetto sperimenta una condizione di dissociazione dalle modalità di percezione che gli sono abituali e proprie.
2) Si tratta di una condizione di attenzione concentrata e focalizzata
3) L’attenzione è spostata dalla esperienza esterna e diretta all’interno

Ogni individuo la sperimenta nel suo quotidiano, anche al di fuori della classica condizione di “a me gli occhi”, estremamente fuorviante il processo ed il significato dello stato ipnotico. Quest'ultima è una condizione che, per diferse sfumature di grado ed intensità, intercorre all'incirca ogni novanta minuti della nostra giornata da svegli, anche se non ne abbiamo memoria. Un atteggiamento della mente che si allontana parzialmente dall'attenzione verso la realtà. Altre situazioni di vita, inoltre, provocano specificamente questo particolare orientamento dei nostri processi psicologici.E’ utile fare qualche esempio in proposito. Ci troviamo in una sala cinematografica, intensamente coinvolti emotivamente dal film che viene proiettato. In questa situazione non vi chiedete certamente se siete “fuori” o “dentro” la pellicola, mentre vivete questa situazione di impegno emotivo, magari completamente incuranti del contesto che vi è attorno, inconsapevoli della realtà degli altri spettatori e della sala che, certamente, vi segnalerebbe che siete”fuori”. Si tratta, in questo caso, di una partecipazione cognitivo-affettiva a quello che stiamo percependo e significando, che elude il quesito se sia vera o no la situazione che ci sta coinvolgendo tanto. Certamente, l’analisi del dopo ci permette di riprendere il dovuto distacco da ciò che abbiamo sperimentato mentre eravamo intrappolati nella celluloide! Un altro esempio…quello relativo al particolare tipo di attenzione che esercitiamo su di una lettura di un testo particolarmente interessante per noi. Richiamati alla percezione del contesto che ci circonda da parte di qualcun altro, ci limitiamo inconsapevolmente a registrare il segnale, il messaggio, senza reagirvi come stimolo. Più tardi, il nostro amico saprà, con un po’ di ritardo (!), se intendevamo bere qualcosa o meno.
4) L’atteggiamento acritico dei processi mentali che avvengono
Torniamo per un attimo a quello che abbiamo affermato prima. Cosa significa percepire pensieri ed immagini interne come reali? Naturalmente, qui non ci riferiamo alla accettazione di un dato come vero e logico, od al processo fondamentale della percezione, ma piuttosto alla accettazione di una informazione, al di fuori del modello logico-formale operante nella mente conscia, in quanto “credibile”. Infatti, si può giungere a “credere” visibile, udibile, odorabile, toccabile, gustabile un oggetto…in assenza di oggetto. La suggestione, in questo caso, costituisce lo strumento grazie al quale ciò avviene: la possibilità di percepire pensieri, affetti e comunque prodotti interni della mente o rappresentazioni alterate della realtà come vere. Quella condizione speciale di empatia che si crea tra ipnotista ed ipnotizzato, definita rapport, fa si che l’attività critica del soggetto passi da questi all’operatore, in una situazione di estrema fiducia ed aspettativa che lavora nella direzione della trance e della sua fenomenologia. L’ipnosi consiste, quindi, in un processo che ci consente di percepire pensieri ed immagini interne come realtà. Alexander (1974) definisce l’ipnosi “ come uno stato che si manifesta con un moto del pensiero verso l’interiore, che facilita il miglioramento dell’immaginazione creativa, favorisce il ragionamento induttivo su quello deduttivo e riduce la necessità della verifica del reale perché instaura un quadro in cui, con suggestioni appropriate, le idee possono esser percepite e sperimentate in maniera così vivida che esse consentono la reviviscenza fino alla allucinazione” .
5) La fiducia nei processi inconsci (mente inconscia) e la comprensione che, ai fini del “cambiamento”, il soggetto può contare fondamentalmente nei processi inconsci; non è necessaria la mente conscia per quanto si riferisce all’insight quale fattore esclusivo ed innescante il cambiamento stesso.  

Possiamo considerare la mente inconscia come il serbatoio di tutte le nostre esperienze passate che, in file di copia, si sono trasferiti lì come tracce significative dei nostri incontri con la realtà, che legano e distanziano eventi per similitudini formali, ma anche per una semantica simbolica che sfugge la logica del pensiero cosciente. La condizione ipnotica, ove opportunamente utilizzata, consente una maggiore e proficua “permeabilità” tra la mente inconscia e quella conscia, permettendo operazioni che liberano risorse imprigionate e sequestrate da conflitti interni, più o meno importanti, in presenza od anche in assenza di sintomatologie cliniche. Questo è possibile perché si ipotizza, con sempre maggiori riscontri scientifici, che nella condizione ipnotica le nostre operazioni mentali si attuino con una certa prevalenza e, comunque, più cospicuo intervento della porzione destra del nostro cervello. Ma, procediamo ad immaginarci la nostra mente come una complessa cipolla che possiede più strati ed allora in quello più esterno di questi troveremo la nostra mente conscia che soprassiede quotidianamente a tutti i nostri processi decisionali, lavorando in accordo con quello che viene definito psicodinamicamente “il principio di realtà” (per intenderci “è vero ciò che i miei cinque sensi, in base anche all’esperienza passata, mi traducono come vero”). Essa è “intelligente”, logica, realistica e tendenzialmente propositiva, soprattutto in tutte quelle nuove situazioni in cui è necessario applicare una piena razionalità per comprendere che cosa e come fare delle cose. Tuttavia, la nostra mente conscia può elaborare soltanto dalle cinque alle nove informazioni alla volta e spesso finisce per andare in sovraccarico! La mente inconscia, costituisce lo strato più interno, nascosto della nostra cipolla e lavora in accordo al “principio del piacere” che è teso ad evitare qualsiasi dolore e ad ottenere piacere, garantendo la sopravvivenza, senza alcuna considerazione degli elementi esterni della realtà. La nostra mente inconscia è intimamente collegata alle emozioni, all’immaginazione, ai ricordi e capace di modulare l’attività del sistema nervoso vegetativo che controlla autonomamente i nostri organi interni (senza l'intervento attivo della nostra volontà). La mente inconscia è abile processare molte informazioni contemporaneamente in modo più veloce della mente cosciente, ma non è “intelligente”, nel senso che, solo se aiutata (dall'esperienza) o dalle nostre correzioni, può "integrare" dati ed arrivare ad una modulazione dei propri contenuti. E’ così che la mente in generale influenza e può infulenzare intenzionalmente il nostro corpo e ne è costantemente condizionata. L'obiettivo di qualsiasi training che si rivolga all'individuo deve essere l'armonizzazione delle sfere inconscia ed conscia, insieme alla parte subconscia, delegata agli automatismi mentali.
* Alcuni interessanti articoli sull'argomento (in lingua inglese, ma ne vale la pena) li trovate
    su i seguenti siti:

     Stati di Coscienza:
     Charles T. Tart, States of Consciousness
     Stanislav Grof, Michael Weir and Christine Perry: Non-Ordinary States of Consciousness in...
     Su Sistemi di Rappresentazione o Modali
     Roger Ellerton, Modalities and Representational Systems 
    

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