L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







sabato 18 settembre 2010

Drammaterapia, quale bacio, quale ranocchio, quale principessa?











@ Director

Jung ha dato un’interpretazione della fiaba del Principe Ranocchio quale rito di “iniziazione” della giovane fanciulla all’amore maturo, l’acquisizione della sessualità, il passaggio delicato dal regno del castello a quello della relazione fuori, disseminata di incognite, prove, rischi e…scoperte. Nella rielaborazione drammaterapica che ne ha fatto l'Atelier LiberaMente, nel contesto del modulo di storytelling, abbiamo significato il “risveglio della coscienza” e l’automatica presa in carico di responsabilità che ne derivano e costituiscono le nostre culture. Tre ranocchi per tre principesse e…tre principesse per tre ranocchi, il capovolgimento della bella addormentata, con un pizzico di “la bella e la bestia”.

La performance delle tre coppie, estremamente differenziata, ha comportato il coinvolgimento graduale del resto del gruppo e di alcuni ospiti, sino ad un estensione della trama fiabesca in dettagli ed evoluzioni differenti da quelle della fiaba. I progressivi feed-back che venivano offerti da gruppo recitante e spettatori sono divenuti elementi strutturanti un prosieguo della fiaba che ha lavorato tematiche e risorse lì elicitate.

Nessun bacio può risvegliare alcuno. L’atto di dono o di scoperta vive della condivisione e si declina in un divenire che, se ha puntuali e trasversali i momenti di passaggio, preclude già alla evoluzione del rapporto. In tal senso questo” bacio è profetico; persino profetico del nostro passato, perché riassuntivo delle sue tensioni ed insieme propositivo di un percorso. Qualsiasi cambiamento non può che essere colto nella triade di tre tempi, inscindibili, sempre.

Foto di scena: Laboratorio di Storytelling ed Hypnodrama, Il Principe Rospo, 10.09.10, Claudio Gioacchini Photographer All rights reserved. Powered by Atelier Liberamente

5 commenti:

  1. E se il ranocchio avesse paura di diventare principe? E' vero che il principe è bello e forte e può vivere una vita di successo, ma è anche vero che... Grandi capacità uguale grandi responsabilità. O no? E se una principessa si trova bene a giocare con i ranocchi, non può essere che il ranocchio è combattuto tra il desiderio di trasformarsi e la paura di non farcela? Nero

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  2. Può essere vi assicuro,forse non vi ho confessato il tutto, ma quando da principessa in piedi confusa disorientata,intimidita mi sono avvicinata a questa realtà nuova mi sono sentita rilassata, a mio agio, volevo soltanto conoscere i miei nuovi compagni , giocare con loro e chissà perché ho avvertito subito un’intesa colma di calore. Chi può mai decidere per te, se non te stessa, ma spesso non è cosi facile, quante volte nel tuo vissuto hai detto no, ma, forse, chissà, vediamo, non so,ho paura, ma perché questa risposta è cosi complessa , forse perchè non si riesce a leggere veramente nel nostro profondo. beatrice

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  3. Già, il nostro profondo, quell'intimo che abbiamo imparato così bene a nascondere perfino a noi stessi, anzi, a noi in primis.
    Dobbiamo fare uno sforzo ancora, e poi ancora un altro, e poi, e poi... Allenandoci a cercare, a notare le sfumature di un singolo risveglio, un segnale, un indizio, come un investigatore (freddo e razionale) e un poeta (sensibile e umorale), nella speranza di poter attingere a quell'intimo di noi che racchiude le nostre risorse e... sicuramente la nostra parte migliore. Nero

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  4. Buongiorno a tutti amici e compagni di viaggio vecchi e nuovi! Sto leggendo i vostri commenti e guardando le foto del nostro - vostro ultimo lavoro, da brividi, stupendo. E' incredibile notare come questa esperienza stia trasmettendo a tutti noi un nuovo modo di reagire agli stimoli e alle situazioni, un modo a noi sconosciuto che spazza via la, concedetemelo, scontatezza delle nostre piu' frequenti reazioni. Nel teatro della vita di tutti i giorni, nei momenti di luce e in quelli di buio " siamo uno e nessuno, ma con centomila risorse...". Buona giornata a tutti.
    Alessandro

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