L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







venerdì 1 ottobre 2010

DRAMMATERAPIA & EMPATIA

Parte II
Secondo la veduta di molti esperti (ed anche la mia), il "bisticcio" tra cognitivo ed affettivo, riguardo cosa costituisca l'empatia, è solo il risultato di ottiche che accentano maggiormente ora il versante razionale, ora quello più psicodinamico dell'item. Infatti, qualsiasi comportamento animale/umano, anche appreso, è indisgiungibile dalla sua matrice biologica, tesa al riconoscimento tra quanto familiare o meno, amico o nemico, conosciuto ed estraneo, esiste "là fuori", nella finalità di istinti che ci governano di sotto e che sono vestiti a festa nella Kermesse della cultura. Le quattro forze elementari, se vogliamo, anch'esse hanno costruito l'universo attraverso il processo dinamico tra l'indistictum ed il distinctum. Che nuove forme di selezione delle specie umana possano un giorno intervenire a modificare il nostro statuto instintuale, non è escluso, ma non sembra al momento in atto. Ogni percezione, anche nuova, ci riporta a categorizzazioni mentali archiviate attraverso l'esperienza; ma la stessa esperienza si modula attraverso pensieri che hanno una componente ideativa ed una affettiva. La mente è sempre parziale; anzi "auto-parziale", "gruppo-parziale", "specie-parziale", direi, parafrasando l'istinto di conservazione (il più importante)! Voglio dire che essa gioca in adattamenti esperenziali e virtuali (le prove d'autore silenziose, immaginifiche, del nostro pensiero, sotto forma di simulazioni, anche al di fuori dell'azione) che lavorano costantemente in bilico tra autoplastico ed alloplastico.
La stessa teoria dei "neuroni-specchio" supporta questa ipotesi; una popolazione di neuroni visuo-spaziali che si "accendono", cioè funzionano, in relazione alle stimolazioni visive, fotografando comportamenti e gettando le basi per l'apprendimento da parte del soggetto mediante il processo di "imitazione". Questo fine circuito neuronale, presente nei primati, in alcuni uccelli e nell'uomo  (Mirror Neuron System, MNR) svolge una funzione fondamentale nel processo di comprensione del comportamento degli altri e, quasi certamente, è implicato in quei processi funzionali a quello che noi definiamo come il sentimento di "empatia". Questo tipo di ricerche ed evidenze scientifiche sono infatti quelle che a ricercatori come David Dobbs fanno affermare che "Mirror Neurons seem to effect everything from how we learn to speak to how we build culture".

http://www.dreamgrow.com/tag/mirror-neurons/
Ho fatto delle precisazioni che ci hanno allontanato formalmente dal teatro e dalla drammaterapia, ma che danno modo di comprendere bene come anche nel lavoro teatrale, nella sua dimensione visuo-spaziale, neuroni-specchio, istinti e cultura giochino tutte le carte di un punto di arrivo che nell'evoluzione è anche sempre un punto di partenza e che cerca di affinare la nostra esperienza anche laddove non si tratta più di muscoli e nervi, ma di evoluzione della coscienza e dunque dell'inconscio.
Le prime forme di teatro sono state riconosciute in certe forme di teatro sciamanico, rintracciabili trasversalmente in differenti culture sul nostro pianeta. Lo sciamano che media tra il mondo degli spiriti e gli umani, tra le differenti forze positive e negative che ci determinano e che costituiscono la proiezione di sentimenti nuovi, nati da 1) un salto evolutivo importante avvenuto nella morfologia e funzione del nostro cervello; 2) dalla nascita della "mente". Se la mente rappresenta "dentro" quanto è "fuori", una nuova "economia" affettiva, direbbe Freud, obbliga l'uomo a proiettare di nuovo fuori, agli altri, il suo teatro, cioè quanto introiettato ed elaborato nella sua esperienza. Anche la cultura, nel suo totale, è la rappresentazione di questa progressiva e sempre più raffinata proiezione mentale della nostra interazione con l'ambiente . Gli istinti di morte e quelli del piacere hanno ora, con la coscienza, un campo esteso in cui dialogare, creando pensieri mostruosi, opere mostruose e lirismo ed evoluzione. Io sono di coloro che credono fermamente che la poesia e l'arte possano costantemente "salvare" il modo. (continua parte III)

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