L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







venerdì 29 ottobre 2010

Punti di Vista - il miglior modo di incontrarsi è perdersi.

@ Maria Pina Egidi

“Cosa hai visto a teatro?”
“Niente, non ho visto niente… o quasi”.
Non è una conversazione paradossale, questa. Prendiamola alla lettera per descrivere un diverso modo di vivere, agire, rappresentare ed elaborare il teatro.
Dal 21 ottobre al 31 ottobre, sarà in scena a Roma, presso il Teatro Eduardo De Filippo, lo spettacolo “Punti di Vista- il miglior modo di incontrarsi è perdersi”. Esso nasce dalla collaborazione tra Enrique Vargas, il maestro del Teatro dei Sensi (www.teatrodelossentidos.com) e gli studenti - attori non vedenti della Università degli Studi di Roma, La Sapienza.
Non c’è uno spettacolo da vedere , qui, o “solo” da vedere in questa occasione: qui c’è uno spettacolo da vivere, da sentire, da gustare, da portare dentro di sé, dopo. Dimentichiamo l’allestimento tradizionale, palcoscenico e platea. E cancelliamo anche l’idea dello spazio condiviso e di un pubblico che assiste collettivamente a una rappresentazione. Qui si entra nello spazio della rappresentazione e ci si muove entro di esso insieme agli attori. Ogni singolo spettatore, diviene per mezz’ora, il primo attore dell’allestimento e riempie la trama con le proprie sensazioni e le proprie emozioni.A intervalli perfetti di quattro minuti l’uno, si viene condotti singolarmente davanti a una porta a battenti rossa, dove, in perfetto silenzio, si attende che qualcosa accada. Quando una mano bianca, calda e gentile di un attore introduce il “viandante del teatro” nella storia che si dipana lungo un percorso da esplorare con altre risorse che non siano la vista. La memoria emotiva, la consapevolezza delle proprie risorse percettive, l’abbandono alle immagini che vengono suggerite ora dai sussurri degli attori, ora da profumi, suoni e sapori, divengono così un elemento della messa in scena che, di volta in volta, si rinnova.
Sarebbe scorretto raccontare qui cosa s’incontra dietro la porta rossa, perche si toglierebbe il piacere dell’esplorazione a chi decidesse di andare a “vedere” lo spettacolo (info nel manifesto allegato).
E lo sarebbe ancor di più se si pensa che il racconto di chi scrive non è una descrizione obiettiva dello stesso, bensì una elaborazione personale delle emozioni vissute. Si possono solo condividere riflessioni generali e sensazioni tanto profonde quanto evanescenti e difficilmente descrivibili con il solo ausilio della parola scritta.
Si può vivere il buio come un nemico, l’evocatore delle paure più profonde, il complice dell’orrore.
Si può rimanere paralizzati dalla frustrazione della mancanza di luce quando non si è più in grado di vedere ciò che la vostra penna traccia sul foglio. Ma si può anche scoprire il sapore consolatore in un sorso di vino liquoroso; si possono sentire l’amore, l’attrazione, la fiducia nel prossimo attraverso un contatto, un profumo, un sussurro . Si può scoprire che la nostra memoria contiene tesori bellissimi, forse perché nascosti da una pletora di inutili nozioni o perché offuscati da visioni più forti e impattanti. E’ come scoprire la bellezza di una precoce primula selvatica in un giardino che vi confonde con lussureggianti piante di serra.
Il ricordo dell’odore dei quaderni ai tempi della scuola, mescolati con quello della merenda e la freschezza della seta possono suggerire visioni di una tenerezza sconvolgente.
Niente di ciò che si vive, nello spettacolo, rimane inerte. Continua a stimolarvi, vi accompagna fuori nel traffico romano del ritorno a casa, con abbraccio che sostiene e un profumo di arancia che vi rasserena e fa sentire più vivi.

2 commenti:

  1. E' molto bello e interessante quello che hai scritto, ho sempre pensato ai non vedenti come a persone speciali, con una sensibilità che solo loro possono avere. Che esplorano ogni giorno un universo a noi sconosciuto e che in qualche modo mi affascina, c'è tutto un mondo intorno a noi che non vediamo.
    Sole

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  2. Mi hai incuriosito, se posso ci vado. Forse cambiare modo di "sentire" il Mondo che ci circonda, ce lo può far sentire di più, e più in profondità. Grazie del bellissimo post. Nero

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