In primo piano, Gianni D Angelis nella parte del Kamikaze, dalla omonima piece drammaterapica, soggetto di F. Covelli, Arrangiamento e Regia di E. Gioacchini, 11 Aprile 2010 |
@ Nero
Sogno una realtà diversa, sogno un incontro o il raggiungimento di un obiettivo.
Sogno e mi procuro una spinta che alleggerisce il peso della vita, o semplicemente la arricchisco di desideri, speranze e, a volte, stravaganze. Sogni appunto.
Sogno come espressione onirica dell’inconscio, come depuratore notturno del carico accumulato nel quotidiano, o semplicemente sogno come fuga.
A complicare tutto ciò, l’ipnosi; visione reale, partecipazione tangibile di noi che viviamo una realtà immaginata, staccata dalla vita reale ma comunque vera e partecipativa del nostro corpo e dei sensi che ci agganciano alla vita, ma comunque travasati fuori di noi stessi e guidati dal nostro inconscio. In tutti i casi il confine tra l’immaginario e il reale è così sottile che sembra di assistere all’incrociarsi di due sinusoidi –una rappresentante il sogno, l’altra la vita reale- il cui percorso a volte, può essere confuso.
Maria, Adelaide, Lucia, Francesca, Liliana, Tatiana… Porca p…!
Sogno o immagino donne che parlano, agiscono, si comportano come la mia…
Si preoccupano e si agitano come nella realtà, mi piacciono e mi infastidiscono come nella vita di ogni giorno
Ma la cosa stupefacente è che la mia attuale compagna le contiene tutte, solo che per una serie di umane alchimie, lei non le vuole mostrare, io ho paura di scoprirle, e il sogno viene in mio soccorso. E nella mia mente, la voce femminile fuori campo risulta così naturalmente familiare che le risposte che escono sono l’espressione più veritiera del mio essere.
Ma allora qual è la verità? Quanto tempo ho per scoprirlo?
Fortunatamente non c’è nessuno che mi dice: "Tempo Scaduto"!
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