L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







sabato 19 giugno 2010

Atelier LiberaMente: a quante miglia dall'inizio?


@ director

Ogni gruppo che sia impegnato in un lavoro "psicologico" (ed il nostro teatro parte da e lavora con questo assunto), dopo una fisiologica fase di "rodaggio" -che è espressione della reciproca conoscenza tra i membri e delle loro motivazioni formali-, raggiunge una condizione di sia pur relativa stabilità dei propri meccanismi di funzionamento. Le forze in gioco (almeno quelle al momento disponibili) hanno avuto modo di essere poste in campo ed ora l'interazione viene perseguita secondo intenti più specifici e funzionali al target che ci è proposti. Infatti, superata l'iniziale fase di "raggruppamento", che costituisce un modo di raccogliersi intorno ad un obiettivo ideale, un cartello astratto, si definisce sempre più la reale "organizzazione" del gruppo; mi riferisco al reale confronto dei partecipanti e al loro reciproco rapporto, all'interno delle personali motivazioni verso lo stesso obiettivo, giutne ad una più analitica discussione. Quest'ultimo (il gruppo), dunque, deve divenire "contaminato" dall'esperienza singola e gruppale, perchè coopti l'utilizzo dell'energia già disponibile ed individui quella elicitabile.
Qui sto sottolineando che, se il lavoro di questo Atelier ha l'intento di sollecitare l'utilizzo di risorse che apparentemente  non sono disponibili alla persona, questo obiettivo non può essere scisso dalla progressiva esplorazione dal campo dei fenomeni psichici che vengono a determinarsi, sia individuali che gruppali. Proprio tale dinamica costituisce proprio il processo attraverso cui lavora l'esplorazione delle proprie risorse ed abilità, conosciute o nuove. Il "drama", quale elemento portante il processo drammaterapico, si trova all'intersezione tra conosciuto e nuovo, nella sua capacità di sollecitare una rielaborazione dei contenuti, sia nell'individuo, che nel gruppo. Già il lavoro attraverso il drama costituisce l'allenamento a meccanismi psicologici che non sono costituiti solo dalla "esternazione" di un contenuto o dalla sua sublimazione. Il concetto di catarsi che noi sposiamo da R. Landy è quello appunto di una conquistata equidistanza tra il confliggere ed il colludere propri della nevrosi, un luogo dove parallelamente allla "coscienza dei fatti più profondi" che ci riguardano, si aggiunge una armonica risonanza emotiva. Il gruppo, come una figura familiare, come un terapeuta, come un sintomo non può costituire la complice cassa d risonanza delle nostre idee ed affetti e tutto deve poter evolvere verso l'individualizzazione di un contenuto nel contesto di una dimensione appartenente alla socialità (in questo caso il gruppo), nell'assunzione di responsabilità del proprio progetto.
Dopo un importante percorso, ancora tre incontri (uno stage e due laboratori), poi la pausa estiva, momento di decantazione ed incubazione, anche silenzosa, di quanto fatto ed in programma. Oggi, tempo delicato verso il passaggio.  

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