L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







martedì 29 giugno 2010

Drammaterapia: La Danza delle Ore

















@ director

La Danza delle Ore di Amilcare Ponchielli (1834 -1886) è il sogno ad occhi aperti che mi ha suggerito la vostra “Danza Generazionale” nell’ultimo incontro. Nella vostra piece drammaterapica breve, tre donne a percorrere la staffetta della vita, senza la fretta di una gara, ma piuttosto quella del tempo che scandisce le stagioni di una generazione, passando il comando alla successiva. I “passaggi” cesellati dal gioco delle mani di una madre sulla figlia e poi di quest’ultima sulla bambina che l’ha resa madre e che vedrà ripetere tutto all’infinito. Esattamente come nella Danza delle Ore, dove queste preparano giocando quelle successive, dall’Aurora, al Giorno, al tempo del Vespro, a quello della notte. Lì il mistero.

Era il 1960. Ancora c’era il Papa Buono, John Fitzgerald Kennedy ed anche Marylin Monroe era viva. Per la mia Prima Comunione avevo ricevuto in regalo da due mie cuginette, più grandi di me, un “mangiadischi”, e tre, quattro dischi 45 giri in vinile: Storie del Bosco Viennese, Sul Bel Danubio Blù, La Danza delle Ore, e si…certo anche Da Da Umpa e, sul retro”, “La Notte E’ Piccola Per Noi”. Probabilmente proprio queste prime infantili suggestioni, ad otto anni, mi avrebbero fatto amare la musica classica (a parte il mio successivo percorso di rocchettaro con la mia Band!). Si, le suggestioni dei nostri primi anni possono molto, persino dirigere, se è vero che due anni dopo nelle campagne dei miei nonni, alla periferia di Roma, passavo il tempo a recitare in solitaria il Testamento di Cesare di Marco Antonio. E quali sono quelle di una madre che passa silenziose consegne alla figlia, quali quelle che ancora andranno avanti in un silenziosa rincorsa e complicità tra biologico e culturale? Mani e sguardi per la consegna del “mondo” sono disposto a scommettere io e poi questa consegna a confortare quest’uomo, che sia maschio o femmina poco importa, perché tuttavia qualcosa porta avanti il “sogno” dell’altro. Ecco, la vostra "danza delle ore", nel tempo del giorno e della notte di ciascuna anima, quando lascia in eredità il mondo al proprio figlio, che sia proprio o sia, come dice il saggio Jono, “di tutti”. Appena iI tempo di un sogno, grazie a questa incredibile e così reale illusione che è la nostra vita.

Siete state delicate, Astra, Sole ed Azzurra, sulle note di Crystal Ambience, mentre tempo e gesti scorrevano. Dialogo...poco, a meno che non si parli di sguardi, del gioco delle bambine sulla propria bambola, della presenza dell'amore che non chiede racconto per esistere.

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