L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







martedì 8 giugno 2010

Dramaterapia e Danza: filo "parlante"


@ Nero

Con un filo… di voce, e una sfera da esplorare

Filo conduttore, filo elettrico, di perle, di Arianna, dei pensieri, di un rapporto…
Quante volte il filo rappresenta molto di più di un semplice pezzo di spago, di un semplice strumento da costruzione dal valore insignificante?
Quasi sempre esso è il trait d’union tra due punti che presi singolarmente non interagiscono, ma collegati da un filo possono diventare qualcosa di totalmente diverso e comunque di molto più importante. A volte il filo può non esserci, come nel rapporto tra due esseri umani, ma il collegamento lo si sente comunque. Certo che quando c’è…
Quando c’è ti si apre un mondo; capisci chi tira, chi si lascia guidare, chi tende a lasciarlo cadere e chi non lo farebbe mai, a costo di farsi intorpidire le dita dalla tensione. C’è chi è più attento a tenerlo teso e non guarda l’altro/a, e chi si dimentica dell’altro lasciandosi cullare dalla musica e dalla certezza che l’altro sarà pronto a seguirlo/a. Che magnifico gioco, che stupenda prova, che inebriante scoperta. Io l’ho vissuto così il gioco dei fili, senza alcuna ansia o paura, avendo la certezza di poter condurre il gioco, o di potermi affidare all’altro, prendendo consapevolezza che a volte è bello lasciarsi andare, sapendo che puoi riprendere il controllo in qualunque momento, ma soprattutto nel rispetto dell’altro, sentendolo, e accompagnando il movimento in una danza fluente.
La Kinesfera e i movimenti che ci hanno permesso di esplorarla, ha avuto il potere di evocarmi l’uomo di Leonardo, quell’immagine comunissima che spesso viene associata all’uomo esploratore dello spazio che lo circonda; e anche lì è stato meraviglioso provare bellissime sensazioni, ascoltando il corpo che si allunga e si contorce per occupare lo spazio intorno, prenderne parte, presente e in collegamento tra dentro e fuori. E sentito.
Prendi coscienza che esisti in uno spazio ben definito, che spesso interagisce con quello dell’altro e non per questo ne è infastidito o, ancor peggio impaurito.
E incredibilmente, visto che alla fine dell’esercizio dovevamo trovare una posizione a noi congeniale, mi è venuto spontaneo abbassarmi, come se riposassi, sapendo con la massima certezza, senza averlo pensato ma sentito nel profondo, che in qualunque momento avrei potuto riprendermi tutto lo spazio che avrei voluto…
Luce nuova negli occhi, luci nuove sul Mondo, porte aperte verso la vita; finalmente dietro la collina… Il Sole.

1 commento:

  1. Caro Nero, hai ben descritto come lo spazio della coscienza...esista dentro e fuori di noi. Esattamente. director

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