L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







sabato 3 luglio 2010

Drammaterapia: l'hypnodrama di ieri

@ director

Riassumiamo brevemente il metodo che ci ha diretti ieri, una iniziazione chenecessta di essere processata dal gruppo e dai singoli partecipanti, perchè complessa, mentre d'altra parte sono sempre più un vonvinto sostenitore che si apprendoo le cose mentre si fanno. Molte volte ho fatto ricorso a citazioni ed al pensiero di Milton Erickson, che, ad esempio, ai suoi allievi-stregono psichiatri e psicologi insegnava l'ipnosi "facendo l'ipnosi. Il senso sta tutto qui. Il metodo va invece spiegato.
Il canovaccio testuale dell’hypnodrama ha costituito la semplice traccia su cui si è svolta la rappresentazione della tematica. Quest'ultima, in generale, può coinvolgere dimensioni cliniche e subcliniche dei soggetti (ma deve essere ricordato che in questo corso non ci troviamo comunque in una sessione di terapia), che vanno, nel contesto appropriato, dall'ansia ed i suoi parossismi, sino alle condizioni depressive o problemi di affermazione personale, all'interno di sistemi rigidi e ad alta conflittualità sistemica. In questo caso il tema è stato scelto dal direttore, in quanto appropriato allo specifico momento evolutivo del percorso dramma terapico del gruppo. Vale a dire quello che va ad esplorare la dimensione psichica profonda del soggetto, con una "provocazione" che tocca l'area psicogenetica fondamentale, quella che si riferisce alla dimensione parentale. Esso costituisce uno stimolo interlocutorio alla espressione libera dei partecipanti, in una conduzione tuttavia molto direttiva che tende a proporre alternative alla legittima pregiudiziale con cui noi ci interpretiamo tuttavia "sempre gli stessi". Le parti vengono inizialmente assegnate in modo rigido, rispetto poi alla successiva evoluzione dello stesso personaggio all’interno della performance interpretativa, che ne esplora le possibilità. Questo deve essere spiegato in anticipo alla prestazione e questo, infatti è stato fatto nel breve briefing che ha preceduto la piece. Ogni partecipante è in costante formale conflitto e "confusione" tra quanto vorrebbe poter esprimere del proprio naturale ruolo-ruoli e quanto suggerito dal copione, questo permette alle parti celate di sé di trapelare e rendersi manifeste sulla scena dell'Io recitante. Il destino ideale dello psicodramma, in questo caso, spesso è un capovolgimento dei ruoli preformati, quali suggeriti dal direttore, che cerca di agevolarne la spontanea espressione, aiutato dalla pre-indotta condizione di modificazione dello stato di coscienza.. Il cinico, il sadico, il penitente, il passivo, l'attivo, l'insicuro, l'espansivo ed estroverso, il contratto, come concepiti dal linguaggio comune tradiscono man mano la loro forma originaria e l'analisi di quel passaggio, attraverso il drama, mette in luce le autentiche risorse e prigionie del soggetto, i percorsi della strutturazione dei propri ruoli, la contemporaneità di quelli acquisibili. Il target non è -ancora una volta- una riuscita "recitazione", ma piuttosto un nascemte interrogativo su chi siamo e cosa potremmo essere.
Dibatteremo ancora su questo tema, con i contributi della vostra esperienza. Grazie

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