L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







domenica 28 novembre 2010

Drammaterapia ,Creative Drama e Piece

@ Director

Quasi alla vigilia di un teatro che diventa performativo, quello della drammaterapia, tradendo rischiosamente e con fascinazione il proprio statuto (quello che lo vorrebbe interessato al processo e non ad una piece finale), qualche piccolo tip che permetta di lavorare meglio le parti, comprensibile alla luce di quanto più volte discusso insieme a voi.
  • Se la vostra performance sarà sulla falsa riga di una buona recitazione, questo costituirà una buona premessa, ma non il risultato.
  • La piece finale è un grande laboratorio finale, dove al gruppo dei partecipanti i laboratori, quali spettatori del processo drammaterapico (rituale ristretto), si sostituisce il pubblico (rituale allargato), come nel teatro in senso stretto.
  • Il gruppo degli attori così diviene un grande corpo, ed un'anima insieme, che modulano il processo all'unisono, compresi delle differenze e dei diversi punti di arrivo (equilibri, catarsi ed insight).
  • Le parti sono oggetti materici che ora l'attore muove e disloca, senza la preoccupazioni di costruirle (un oggetto se è, esiste di per sè). La modalità con cui le muove e le fa interagire con il gruppo costituisce la performance drammaterapica: la piece.
  • Tutti gli attori "recitano" un hypnodrama, con legami visibili e meno, che può allargarsi al pubblico.
  • Questo permette la fluidità del "racconto" esterno, suggerito dalle dinamiche dei vari racconti dei singoli attori che trovano il laboratorio quale posto ideale per essere elicitati e "giocare" l'incontro creativo.
  • Non vi è un attore con la sua parte, ma una parte dell'attore a giocare con quelle degli altri e viceversa.
  • Ciò che viene rappresentato non è mai esistito prima ed è nel costante bilico della nascita e della morte.
  • La coscienza di quest'ultimo fatto con l'insostituibilità delle azioni drammaterapiche di tutti è il fondamentale motore della piece.
  • Essa riassume quanto processato prima, nella appartente cristalizzazione del rappresentato teatrale, senza identificarsi con esso.
  • nella sua dimensione di teatro "antropologico", alla stregua del teatro sciamanico, la piece finale performa nella "terra di mezzo" quanto ha lavorato nella dimensione intrapsichica e relazionale.
  • Questo è lo "spettacolo" del teatro drammaterapico.
Un grande uomo come Manzoni affermava che un carattere distintivo e prezioso dell'amicizia è la possibilità che offre di confidare un segreto. Confidare. Segreto. Cosa si confidano gli attori nella performance drammaterapica? In una dimensione apparentemente impudica e pubblica di una amicizia speciale, dove le reciproche proiezioni hanno esaltato ed abbattuto più volte le singole relazioni, si confidano costantemente il senso del personale progetto, o meglio, della ricerca di esso, attraverso il passaggio nell'altro. Una infinità di specchi che si prestano a restituzioni significative, mai letterali o solo speculari, di quanto pensato e provato. Essi sono "amici" in tal senso: l'importante energia dei loro segreti diviene disponibile al lavoro gruppale. Segreti fatti di sguardi e confessioni nella parte, personaggi che si affacciano dietro i testi e che superano e dialogano con essi. Questo è la drammaterapia e con questo lavora l'In-Out del Creative Drama specifico del nostro statuto. Catarsi fuori redazione e spesso differite rispetto al laboratorio imputato.
E se questa energia e questo prodotto mai statico venisse rappresentato davanti ad un pubblico e riprocessato nello "spettacolo" del teatro, come Grotwsky lo intendeva, povero di apparato scenico e pregnate di certosino lavoro dentro la propria "privata" parte, mi sono chiesto due anni fa? Ed è nato il Creative Drama & In-Out Theatre. Riconosciute le proprie origini, l'attore crea il luogo del teatro dove sta recitando. Non è mai il luogo a creare lui.

1 commento:

  1. Ho riletto molte volte questo post, illuminante sulla tecnica della drammaterapia. E' una sfida notevole azzerare l'esperienza tecnica acquisita in altre attività teatrali. Sfida che non si può mancare di accogliere..

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