L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







martedì 9 novembre 2010

Drammaterapia: I Mostri che Abbiamo Dentro


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Fa un certo effetto non capire bene
da dove nasce ogni tua reazione.
E tu stai vivendo senza sapere mai
nel tuo profondo quello che sei
quello che sei.

I mostri che abbiamo dentro
che vivono in ogni uomo
nascosti nell'inconscio
sono un atavico richiamo.

I mostri che abbiamo dentro
che vagano in ogni mente
sono i nostri oscuri istinti
e inevitabilmente
dobbiamo farci i conti.

I mostri che abbiamo dentro
silenziosi e insinuanti
sono il gene egoista
che senza complimenti
domina e conquista.

I mostri che abbiamo dentro
ci spingono alla violenza
che quasi per simbiosi
si è incollata
alla nostra esistenza.

La nostra vita civile
la nostra idea di giustizia e uguaglianza
la convivenza sociale
è minacciata
dai mostri che sono la nostra sostanza.

I mostri che abbiamo dentro
i mostri che abbiamo dentro.

I mostri che abbiamo dentro
ci fanno illanguidire
di fronte a quella cosa
che spudoratamente
noi chiamiamo amore.

I mostri che abbiamo dentro
sono insaziabili e funesti
sono il potere a tutti i costi
ma anche chi lo odia
soltanto per invidia.

I mostri che abbiamo dentro
ci ispirano il grande sogno
di un Dio severo e giusto
col mitico bisogno
di Allah e di Gesù Cristo.

I mostri che abbiamo dentro
ci inculcano idee contorte
e il gusto sadico e morboso
di fronte a immagini di morte.

La nostra vita cosciente
la nostra fede nel giusto e nel bello
è un equilibrio apparente
che è minacciato
dai mostri che abbiamo nel nostro
cervello.

I mostri che abbiamo dentro
crescono in tutto il mondo
i mostri che abbiamo dentro
ci stanno devastando.

I mostri che abbiamo dentro
che vivono in ogni mente
che nascono in ogni terra
inevitabilmente
ci portano alla guerra.

"Crescono in tutto il mondo...ci stanno devastando". Coordinate di tempo e di spazio all'identikit della minaccia in noi, trasversale alle coscienza di ogni epoca ed alla mancata consapevolezza di quasi tutti gli uomini...Sembra dire questo Gaber, mentre oggi il "...il gusto sadico e morboso di fronte a immagini di morte" si amplifica quale eco economico di poteri che dirigono l'opinione, trascinano nel buio, invece di esplorarlo, facendo luce. La follia della cultura va emarginata e resa sterile, come usando quei fasci di luce che dissolvono vampiri e zombies della notte in certi movies, perchè la nevrosi rende morbose le speculazioni dell'uomo, le sue finctions, come i suoi talk shows. Ma un'anima stanca e fragile si siede allora sopra la tua stessa sedia e tu impari ad abitare con quella i tuoi luoghi e ti racconti stressato, angosciato, solo. Il tuo cibo diventa allora la mensa dei fantasmi, pescati indietro e proiettati in avanti, pregiudicando i tuoi passi. Per contenere le tue paure, inizialmente, non c'è di meglio che fare la caccia alle streghe, così mistifichi dentro e ti inganni di fuori.
Per Gilles de Rais, probabilmente, non vi sarebbe stato molto da fare e persino Barbablù, alla mantenuta promessa di Rebecca sua sposa, forse avrebbe dato corso all'ennesimo delitto. Ma dentro la storia di un vero omicida seriale, favolesco, come nella fiaba di Perrault o storico nel personaggio di Gille de Rais, noi abbiamo preso in prestito la loro vera "follia", per leggervi i simboli e la trama di un incontro tra i due sessi o se volete tra  partners ed il timore di non essere amati, la discussione sul corredo di quanto un amante porta all'altro nell'unione d'amore. Se il primo brano musicale è la secca denuncia all'ipocrisia che traveste di signori e signore i mostri che sono in noi, il secondo si adagia su quella poltrona citata, ad addormetare il risveglio della coscienza, perchè, in fondo, anche questo è amore: la dolce perdita della critica difronte al rapimento dentro l'anima. Ed allora, immagino Barbablù, con il peso di fattezze orripilanti, e leggende tristi intorno a sè, chiedere amore e salvezza insieme ad una donna, mentre la notte di solitudine incede, come tante altre volte: "...No I won't be afraid, no I won't be afraid/ Just as long as you stand, stand by me". Similmente a Rossana per Don Chisciotte, ella sarà in grado di addormentare fantasmi e mostri, asciugando il dolore "I won't shed a tear/ Just as long as you stand, stand by me".

1 commento:

  1. Il testo del primo brano musicale lascia sgomenti per le inconfessabili verità, il secondo,che già conosco, è di un intensità così profonda che mi turba nell'anima. Ed il terzo... Beh l'amore salva sempre...
    Grazie director
    Sole

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