L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







sabato 6 novembre 2010

Drammaterapia, quando il Bambù Comanda.


Dove le connessioni? Tra un Barbablù presto in scena, parzialmente rivisitato nella drammaturgia per questa prossima piece drammaterapica di dicembre e quel bambù sospeso a volteggiare e far danzare intorno mani e persone attaccate a quelle? La fusione momentanea tra un atelier per risorse, uno più piccolo, clinico, che le proprie risorse mette a disposizione; neogruppo che solidale s'incanta alle acrobazie morbide ed affatto rischiose di quel pezzo di canna tenuta da uno soltanto. Relazione tra gruppi e dentro, parcellizzata se così la guardi, relazione tra coppie di individui che la prima sostengono. Relazione come patto, momentaneo, perfino funzionale ad un singolo obiettivo, temporalizzato in fondo in solo qualche futuro incontro e poi un palco dove performare la storia di Barbablù, ma intanto, lungo il percorso a mettere in gioco molto ed altro.

Ed invece lì, in Barbablù, relazione confusa, patto infranto, intenzioni e volontà reificate e abbattute dall'incedere di un Destino che non permette distrazioni dal proprio corso! Sangue che scorre, quello di Barbablù ucciso dalla famiglia di Rebecca, provvidamente giunta in soccorso e sangue agitato, quello nelle vene della sventurata, che procede verso l'infrazione alla promessa. Rito di morte che la morte scansa per pura fortuna e, ancor meglio, per la penna pietosa di J. Perrault, a scrivere una morale su una buona fine. Povero Barbablù, permettetemi di ironizzare!

Da criminologo, dico che c'è poco da salvare nella psicologia di un omicida seriale, se non viene fermato in tempo, e, in questo senso, questa fiaba rispetta il copione della realtà, quando va bene...Ma sul piano più importante dei simboli, la morte troppo facilmente si sposa con la vita, lasciando inevasa la comunicazione tra gli sposi. La promessa è una certa cultura del rapporto uomo-donna e non lascia spazio alle soluzioni creative della vita, che spesso sorprendono, nel bene e nel male, tutte le finction ed i libri scritti!
E così ieri, il gruppo allargato ha celebrato una fusione d'intento. Un'alleanza di ricerca dentro a quanto ognuno ed ogni coppia vive il rapporto con l'altro, inserito tra privato e mondano. Il gioco del Bambù e del "comando" ha resettato il luogo comune della dominanza a tutti i costi, l'ha ritradotto in "servizio a", "turno per", "luogo di". Ed i sostantivi... tutti affidati al non-verbale, alla danza, alle note di tre brani che hanno cristallizzato un'incontro davvero speciale. Grazie agli attori. Director

2 commenti:

  1. Nella vita di ognuno c'è una quantità enorme di informazioni ed esperienze che, nate distorte da necessità reali o presunte, distorcono a loro volta la nostra visione e il vivere quotidiano, allontanandoci da ciò che realmente siamo e dai nostri reali desideri e bisogni. Solo specifiche particolari esperienze, possono farci sentire che ci sono altre chiavi, altre porte da aprire, che non necessariamente dovremo aprire "quella" porta, perchè non è il destino che siede sul trono e ci aspetta, ma la nostra paura, e la responsabilità delle nostre azioni, che ci faranno fare gli errori di sempre.
    Del resto, come si può pensare che la nascita e la morte di un essere umano è un fatto singolo e staccato dal Mondo, se l'inizio e la fine di una canna di bambù non lo sono? Come si può spiegare perché due persone che tengono in mano un filo sentono l'intensità di un rapporto, e una coppia unita da una promessa d'amore e solidarietà, a malapena si conosce e si sostiene nel bisogno?
    Nero

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  2. Sono fortunato per aver vissuto due serate speciali,arrivate chissà da dove, ero lì per provare Barbablù e invece, ho incontrato l'altro, con un'intensità veramente forte, rapito da quel filo, che ha annullato tutti i miei pensieri e mi ha incatenato in quel gioco meraviglioso. Dopo un pò di tempo, ho avvertito una nuova energia nel gruppo, forse per la presenza del piccolo gruppo che ha focalizzato l'attenzione, distogliendoci dai nostri pregiudizi e donandoci un vuoto riempito poi da quelle sensazioni meravigliose. Questa nuova energia, continua ad accompagnarmi nelle mie giornate nel quotidiano, è veramente speciale quello che è successo.Guardandolo con distacco, cosa c'era? Della musica, dei fili, delle persone, e un bambù,tutte cose che incontro continuamente che vediamo ma non guardiamo, perdendo così tutto quello che ci circonda.Quello che io provo dentro, lo devo al Director, un abbraccio affettuoso a te Ermanno.Liberta

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