L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







giovedì 20 gennaio 2011

Il Teatro Drammaterapico: glosse ed icone alla storia del CDIOT


Un' istantanea della piece BlueBeard, To Want, To Need, To Be.
Director e Attori. Dicembre 2010
Il percorso di un progetto è costituito da un mix di idee e persone che camminano su un binario, ma possiamo anche dire che,contemporaneamente, creano il binario sotto le proprie suole e piedi, mentre procedono. In questo senso, la riflessione e l'elaborazione, nel CDIOT (Creative Drama & In-Out Theatre), ad esempio,  sono colte dinamicamente, attraverso soggetto pensante e realtà pensata. Dove il principio di indeterminazione non  costituisce ostacolo all'esperienza, fatta soprattutto di contaminazione, accoglienza di quanto interferisce, è inusitato e dà segno di sè, dalle aree più nascoste della persona. L'ingorgo è pleludio al traffico agile, l'errore al lapsus illuminante, l'esitazione al suggerimento "da dentro". Messaggio difficile da accogliere, nella disputa dicotomica tra il dovuto e voluto, possibile o ignoto che ogni persona, e dunque anche l'attore, si porta dietro.
Ripensiamo, per un attimo, a quella tecnica che Grotoswsky indica come eletta, del "frazionare l'azione", oltre la sua ripetizione stereotipata ed anche perfetta, che va  re-indicare in essa noi stessi. Sì,  a segnalare quei momenti personali di "attribuzione di senso" che stanno a cavallo tra l'intenzione e l'azione.
Introspezione è un termine che poco si addice a quanto sto descrivendo, perchè esso traduce un viaggio dentro, restando fuori. Gli attori del CDIOT bene sanno che diverso è il processo dell'In-Out attraverso del nostro teatro drammaterapico, con il quale si fa lavorare il drama. E' lo stato di coscienza che accettiamo si modifichi (sollecitiamo perchè vada nelle zone di ombra), ad intensificare quanto sto definendo.

A volte, quello spettatore che ognuno di noi è, assiste ad uno spettacolo incomprensibile, piuttosto stupito: non comnprende cosa stia avvenendo, mentre "recita" le proprie parti, dov'è il "nuovo" (solo apparentemente nuovo)? Ma questo è positivo, perchè indica, ancora una volta, la strada del sottrarsi al narcisismo dello "spettacolo", personale o gruppale che sia, privato o pubblico, giustificato o meno dalle abilità attoriali, che è; "ora mi comprendo". Suggerisce l'ascolto più fine, meno chiassoso, di un battito di mani che potrà avvenire, privato, umile, schivo alla macchina teatrale, quale dono di se stessi a se stessi ed al pubblico.

1 commento:

  1. Le immagini, le emozioni, ti restituiscono tutto il percorso fatto,nascondendo dietro uno sguardo un pensiero, un silenzio, una riflessione, il come riusciamo a comprendere , sanare migliorare, rivedere. Piccoli passi per grandi eventi che abbiamo esperito, grazie...Beatrice

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