L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







sabato 19 giugno 2010

Atoipnosi: si può navigare anche là sotto!

@ director

"Corri, corri...corri più forte" - Faber aveva preso un rincorsa capace di farlo saltare  sopra qualsiasi ostacolo si fosse presentato e,, dopo la sabbia anche l'acqua comincio ad essere cacciata con violenza dai suoi passi. Era la seconda volta che ci provava. Non è facile fidarsi di quella distesa cristallina che promette più refrigerio e piacere che tenuta, ma sapeva che poteva farcela.
Intanto, poco più avanti Blue aveva preso a fare salti. Non erano partiti insieme, loro due, anzi, lei si era fermata un istante prima dello slancio, poi, tutto era stato uno "scivolare" perfetto. Un caramello brillante color azzurro l'aveva accolta, generoso a sorreggere i suoi piedi, così, eccezionalmente, senza alcun sci d'acqua, nè tavoletta sotto ad assicurare tenuta.
Non si guardavano, lupi solitari di un mare che si esplora nuovo e, sulla battigia, Libertà, fermo prima del possibile stacco. Si stava riempendo di sole e...come dire qualcosa che ha a che fare con l'armonia. Una pienezza che distendeva ora la sua pelle, tirandola per i quattro punti cardinali, tendendola come un sicuro confine dentro il quale assaporare la condizione nuova, mai provata prima: pienezza del bastarsi, almeno in quel momento...poi, forse, si sarebbe potuta provare l'impresa, quando la pelle meno calda, il corpo più asciutto e riconosciuto quello proprio di ogni inizio giornata. Per ora la kafkiana trasformazione che ingrandiva e faceva sentire bene, molto bene in quel posto.
Faber cominciò a piroettare e più di una volta quella superficie, ora affidabile, accolse le sue spalle e fianchi in collisioni a rallentee che strapazzavano il cuore e le ossa, ma donavano emozioni.
L'equilibrista, così veniva da chiamarlo quell'uomo compreso nel suo lavoro delicato di coniugarsi con l'acqua senza sprofondare, c'era intanto riuscito. Nero aveva persino rallentato la corsa, poi -stupendo!- tutto il potere di fermarsi ed accorgersi che i propri piedi si sorreggono sopra l'acqua. Fatica ricompensata, orgoglio tenero della propria piccola grande storia dove protagonista principale, capace di scegliere...persino di ricomiciare a correre. Con compagno quel senso di pace profonda che difficilmente si sperimenta e diventa seconda pelle alla propria anima.
L'ospite aveva fatto tutto secondo le regole e, dobbiamo ammetterlo, la si era vista anche camminare come un "miracolo" sopra la superficie argentea. Ma a tratti, perchè qualche personale imbarazzo la distraeva dalla possibilità di sperimentare un nuovo potere; non tutti noi li conosciamo...i nostri, i nostri poteri. Fugaci fotogrammi di staccionata o muro bianco al lato, pronti a sorreggere, ma la volontà di non lasciarglielo fare e provare i primi passi sopra il mare...senza paura.
Sole era la versione femminile della sagoma "piena e tonda" di Libertà, anche lei ferma sul bagna-asciuga. Le era stato deto che molto più in là una barriera corallina costitiva lo spartiacque verso l'ignoto profondo del mare, che ci sarebbe stato abbastanza spazio per correre e ricorrere, per sperimentare senza pericolo. Ma poi, di quanto spazio ha effettivamente bisogno, la nostra prudenza il nostro timore? E così, avendo tempo a disposizione, aveva popolato quel posto di cielo e mare limpidissimo, di quella sabbia fine che Nero aveva già schiacciato poco prima con forza verso il grande salto. E tutto cullato da alti palmizi che solleticavano l'aria di verde e morbido. Sarebbe venuto -chissà?- anche il suo momento.
Astra non era molto distante da lei, ma in certi momenti si è soli; come nel dramma, anche nelle grandi prove c'è solitudine e questa gioca in bilico tra paura e possibilità. L'incubazione lenta di pensieri nascosti che preparano ed intanto quel sole e quell'aria a riempire polmoni e darci maggior vita attraverso la pelle, a regalarci il sogno di giorno.

La grande piazza del circo era popolata di tutti gli "artisti", ognuno con il proprio numero speciale, ciascuno quasi ignaro dell'altro a donare, inconsapevoli, un grande spettacolo. L'avrebbero saputo poi, una volta lasciata la terra della fantasia e, con un pizzico di nostalgia indietro, tornati in cerchio a raccontarsi...ancora "mezzi fatti" dall'iniziezione salutare della propria droga perfetta, il sogno.Posizione ideale, quella dopo, per assorbire l'esperienza dell'altra, con la memoria della pressione acquosa ancorsa sotto i piedi, mentre magari -Libertà- cominci a "sgonfiarti" quasi dispiaciuto ma sentendoti proprio bene o vivi il piccolo rammarico -Sole- di esserti frenata verso il rischio di "potere" cose nuove. Avevano corso o per loro era corsa l'esperienza, comunque un'incontro gestito tra potere dell'acqua, amica affidabile, e quello proprio, capace di renderla tale. Dove la separazione? Impossibile tradurre l'intimità del proprio sogno, quasi più affidabile la "smorfia" napoletana, che almeno si lega alla speranza ed alla magia del mondo, senza domande! 
Mentre Sole sta raccontando la propria esperienza, al secondo giro del briefing nel gruppo, colgo, mi sembra di cogliere un piccolo rimpianto e questo la sta ancorando ancora in quel posto assolato e pieno di brezza, mentre non sa decidersi. Corro verso lei -sono solo tre passi nella sala- le chiudo gli occhi con una mano e lei esegue...e la conduco d'improvviso sopra l'ignoto. La striscia di coralli è stata varcata, nessuna privacy assicurerà più protezione ai propri dati, dovremo gestirli da soli; sì, là sotto i suoi piedi, l'azzurro denso dell'oceano si distende in verticale per tre quattromila metri e lei può starvi sopra ...può camminarvi, osservare, sentire e "potere". Avverto nei suoi pochi passi che non c'è più paura, che si lascia guidare, che finalmente è dove non avrebbe mai osato e pensato. Poco dopo ci racconta la sua seconda incredibile esperienza, tutta colorata; lo sguardo è bellissimo...avete sentito bene: è stata in fondo all'oceano. In barba ad ogni paura si può navigare anche là sotto!

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