L'Atelier LiberaMente è uno spazio aperto, nella misura in cui va consolidando il suo pensiero e la sua pratica. Un blog permetterà di estendere l'area comunicativa, un "drama" allargato delle idee e delle competenze. Director, E. Gioacchini







sabato 4 dicembre 2010

Drammaterapia: mentre Barbablù muore...

Stasera, o meglio...ieri sera, ancora una prova zeppa di "prove" che avrebbe steso qualsiasi "attore" e che, invece, ha alimentato l'energia del processo drammaterapico. Esso procede dietro aggiustamenti e correzioni (in realtà imput fondamentali di quell' "IN" del processo stesso) che rendono scomoda la parte, impossibile la pigrizia, perseguibile il sia pur momentaneo equilibrio tra ruolo ed interprete. Un terreno "scomodo", dicevo, eppure ricco di sorprese. Avete visto una bambina di sei anni tra le braccia "improvvise" dell'attrice che performava sul dolore e la disperazione; che a comando decideva di "fingere" un pianto" ed il modo migliore era riderlo sotto le braccia incrociate, mentre l'attrice pericolava la sua vita ed il suo destino. E poi...le carezze che salvavano come ciambelle nei marosi da quel tunnel di morte.
Ed ancora...l'"orgasmo" che si tramuta in disperata ricerca di una fine, purchè quello finisca nel suo aspetto di annientante atto di sacrilegio della tua persona, se essa è divina, come si dice, se appartiene solo a te. E l'irruente atto di accusa Libertà all'ipocrisia dell'umanità giudicante, appollaiata sugli spalti di un circo dove si rappresenta la "vergogna" e la "speranza" a confronto! L'ipervia strada di Beatrice che "drammatizza" un mondo più grande di lei, con occhi grandi, voce grande, giudizi grandi del director, dissacranti le fortificate mura della prudenza e dell'oblio tenuti stretti al posto di una "memoria" dolorante! I fantasmi, ancora giovani, di Stella e Gea, che fanno parodia dell'interpretazione dei "grandi", invece così piccoli e felici al loro guitto balzo di vita, ortica e margherite dei vent'anni! L'affanno di Astra, così azzeccato, punteggiante una parte davvero difficile. Ed ancora il dire di Bleu, così salvato dalla carezza di quella bimba. Spettacolo esorcizzante la paura del morire, piuttosto che la morte, quella del soffrire, piuttosto del dolore...perchè simbolico e trasversale ad esperienze diverse, giocate insieme in quel luogo e tempo di prove.
Mentre Barbablù muore in tanto festinoso slancio di promesse e speranze, entusiasmi ed amicizia, Rebecca diviene più prudente, non servendo più la storia degli altri. Entrambi più "sani" direi, alla vigilia di quell'11 dicembre in cui l'epilogo di una storia vera, ridiventa ancora una volta una potente fiaba. Così lavora la drammaterapia.

2 commenti:

  1. Una serata da veri professionisti. Direi che siamo stati quasi eroici, non solo per la performance, ma anche per aver mantenuto e alimentato intatte le nostre energie fino alla fine della prova, senza cedere alla stanchezza.
    Ora mi rilasso, osservando cosa succede alla Rebecca che faccio vivere o che vive in me!
    Buon we

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  2. E' stato bello stare insieme agli altri, senza pensieri ma con un'animo leggero ad ascoltare e vivere quello che sta accadendo, che entra e esce attraversandomi come un'alito di vento. Viva il Director e viva tutti noi.Astra

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